venerdì 30 gennaio 2009

MILANO - LEGGENDE

MILANO e....
LA SCROFA SEMILANUTA
WHO IS? CHI E'?

7a tappa alla scoperta di Milano.
Qualche giorno fa, camminando per Milano nella zona del Duomo, mi sono imbattuto in una "SCROFA SEMILANUTA". Chi o cosa sarà mai la Scrofa Semilanuta? Probabilmente era un animale mitologico, ma cosa centra con Milano? Ebbene il simbolo della città di Milano prima dell'età comunale era appunto una "Scrofa Semilanuta".

Fonte:Milano Giorno & Notte


Uno dei simboli più antichi di Milano risale addirittura alla tribù celtica dei Galli che nel 623 a.C. attraversò le Alpi con l'intenzione di conquistare l'Italia settentrionale. Una volta raggiunta la Pianura Padana, i Galli si fermarono, e il loro capitano Belloveso decise che lì avrebbe fondato una città. Ma come scegliere il punto migliore per costruirla? Qui, a dir la verità, il paesaggio non era molto attraente: paludi ed acquitrini dominavano ovunque. Fu consultato l'oracolo e la risposta fu "che una scrofa ricoperta di lana segni il principio e il nome della città".


Era maggio, così narra la leggenda, e gli uomini attraversarono campi e corsi d'acqua, con alla loro testa Belloveso, il coraggioso capitano che li aveva guidati fin lì e che ancora una volta li avrebbe portati al successo, alla ricerca di uno spazio che avrebbe potuto ospitare la loro tribù e di un segno propizio in tal senso dagli dei. A un certo punto della marcia, in una foresta, il cavallo di Belloveso si bloccò di colpo perché di fronte a lui si era posta una femmina di cinghiale, animale sacro per i Celti. L'animale pascolava tranquillamente davanti a lui. Aveva il corpo per metà ricoperto di lana: era la leggendaria scrofa semilanuta. Questo apparve a Belloveso come un buon segno. Inoltre il capo celtico venne a sapere che la regione era abitata da una popolazione chiamata Insubri, lo stesso nome di una delle tribù che lo seguivano. In questo vide un altro buon auspicio e decise di fermarsi e di occupare la zona.
L'estenuante ricerca era terminata: lì venne fondata Milano e la scrofa con il pelo ne divenne il simbolo. La sua effige fu inserita nel gonfalone comunale e rimase come emblema della città finché fu sostituito dal biscione visconteo. Lo stesso nome Milano per alcuni autori latini era collegato a questo animale: secondo le loro interpretazioni il nome fa riferimento alla scrofa lanuta a metà, medio-lanum. In ricordo di questa leggenda, e della dedicazione della città di Milano a tale scrofa, si può osservare, in piazza Mercanti a Milano, un bassorilievo raffigurante l'animale, sul secondo arco del Palazzo della Ragione. Lo stesso animale è raffigurato in uno stemma nella corte interna di Palazzo Marino.
Il Palazzo della Regione dove si può osservare la "Scrofa Semilanuta"

Ingrandimento della Scrofa Semilanuta

mercoledì 28 gennaio 2009

FOTO D'EPOCA

MILITARY TRAINING - 1917
ADDESTRAMENTO MILITARE - 1917

Sito web: www.shorpy.com
il sito, di cui sopra, è un interessantissimo sito dove si possono trovare tantissime foto d'epoca di ogni genere e tipo.

ODIO I PICCIONI !!!!

"NON SI ERA CAPITO!!"

martedì 27 gennaio 2009

MILANO - NAVIGLI

CONCA DEL NAVIGLIO

6a tappa del mio girovagare per Milano. Sinceramente ignoravo l'esistenza di questo piccolo salto d'acqua e quindi una bella camminata non me la tolta nessuno. Da Piazzale Cadorna ho imboccato Via Carducci quindi Via De Amicis e quindi via Conca del Naviglio.

Filippo Maria Visconti fu chiamato "il Moro" dal gelso che aveva posto nel suo stemma personale. Sotto di lui e sua moglie Beatrice d'Este, Milano vide i suoi ultimi momenti di grandezza ducale, quando ospitava artisti come Leonardo e il Bramante. Fu forse proprio responsabiltà di Lodovico il declino del ducato: la sua alleanza con il re di Francia Carlo VIII portò la soggezione dell'intera Italia a potenze straniere.

Si deve a lui la costruzione di una conca (CATARACTAM) per coprire il dislivello tra la Darsena e la fossa interna. Il progetto di Filippino degli Organi e Aristotile Fioravanti prese il nome di Conca di Viarenna (una storpiatura di “via Arena” che si trovava lì accanto), ma spesso la si sentiva chiamare Conca di Nostra Signora del Duomo, visto che il suo principale scopo era proprio quello di agevolare il transito degli enormi massi destinati alla Fabbrica. A ricordo ancora oggi, vicino all’unica porzione di fossa interna che ha resistito alla copertura del 1857, è visibile una nicchia a forma di tempio classico con lo stemma visconteo e la Madonna Salutifera cioè la Madonna nell’atto di allargare il mantello su una primitiva facciata del Duomo, simbolo e sigillo della Veneranda Fabbrica. Accanto ai due simboli c’è anche una scritta che ricorda come Ludovico il Moro, nel 1497, avesse concesso il diritto di passaggio gratuito ai materiali destinati al Duomo. A tal proposito a Milano si sente spesso dire a ufo intendendo a sbafo, gratis. Il modo di dire deriva dalla sigla A. U. F. che si trovava sulle pietre che servivano per costruire il Duomo. Quando passavano via nave la dogana, le merci con questa scritta, che sta per ad usum Fabricae (per l’uso della Fabbrica), venivano fatte passare senza pagare, a sbafo appunto.

MEDIOLANI
DUCES

CATARACTAM SUB SALUTIFERAE VIRGINIS
TITULO IN CLIVO EXTRUCTAM UT PER
INAEQUALE SOLU AD URBIS COMODITATE
ULTRO CITROQUE NAVES COMMEARENT
FISCO OBNOXIAM ET VECTIGALEM
LUDOVICUS MEDIOLANENSIS DUX
FABRICAE MEDIOLANENSIS ECCLESIAE
DONO DEDIT ANNO QUO BEATRIX
ESTENSIS EIUS CONIUNX DECESSIT 1497


lunedì 26 gennaio 2009

APRICA

Qualche altra immagine scattata durante le Feste all'Aprica.
Aprica: Some other images taken during holidays.






sabato 24 gennaio 2009

LIFE


SILENZIO .....

LASCIAMO PARLARE LE IMMAGINI!

venerdì 23 gennaio 2009

APRICA

MURALES

Passeggiando per i vicoli dell'Aprica, si possono ammirare su molte abitazioni, questi bellissimi e coloratissimi Murales (tutta un'altra cosa rispetto alle schifezze che purtroppo ci tocca sopportare sui muri delle case nelle nostre città). Ve ne voglio proporre qualcuno.






giovedì 22 gennaio 2009

MILANO - MONUMENTI

MONUMENTO AL GENERALE MISSORI
5a tappa del mio viaggio tra i monumenti, le chiese e tutto quello che c'è di bello o interessante da scoprire nella mia amata Milano. Oggi siamo in Piazza Missori non molto distante da Piazza Duomo. Oggetto della mia visita il monumento al Generale Missori.

Questo monumento, appunto nella piazza omonima, qualche vecchio milanese l'avrebbe volentieri intitolato "piazza del cavallo di Missori".
E infatti sembra che la generale attenzione dei passanti sia posta più sul cavallo che sul cavaliere. I personaggi a cui di dedica un monumento, quando sono in groppa ad un cavallo di solito hanno atteggiamenti di grande fierezza, e questo vale anche per i loro quadrupedi, da doversi tenere a freno. Nessuna sorpresa per l'eroe a cavallo, la sua postura è senza dubbio quella tradizionale, ma per il cavallo è diverso, molto diverso, è stanco e dimesso, insolitamente, fa quasi pena. Lo scultore, Riccardo Ripamonti, probabilmente intendeva realizzare un'opera originale e lontana dai canoni tradizionali, giocando sul marcatissimo contrasto fra cavalcato e cavalcante, e se questa era davvero la sua intenzione non v'è dubbio che abbia pienamente centrato l'obiettivo. L'opera comunque, dal punto di vista artistico è di grande rilievo. Giuseppe Missori, nato a Mosca da famiglia bolognese (1829 – 1911), ha militato nelle file garibaldine con il grado di colonnello, a capo delle famose "Guide", il solo reparto a cavallo dell'esercito garibaldino. Con le sue "Guide", sempre vicino al generale in tutte le spedizioni, gli salvò la vita nella battaglia di Milazzo, meritandosi una medaglia d'oro e una promozione sul campo. Missori ha speso gran parte della sua vita per la causa italiana, e per Milano in particolare, tant'è che il monumento lo raffigura quando, appena diciannovenne, pugnava in armi in occasione delle "Cinque Giornate".Era giusto quindi che gli fosse dedicato un monumento, a cavallo. Ed era giusto che lo avesse dai milanesi, che lo videro impegnato, dopo la milizia armata, anche in quella amministrativa cittadina: fu infatti consigliere comunale dal 1889 al 1894 e dal 1898 al 1902.Ma non accettò mai di partecipare alla vita politica del regno in quanto convinto repubblicano.

Di seguito ecco altre inquadrature del monumento.

mercoledì 21 gennaio 2009

LIBRI

L'ANNO DEL CONTAGIO

Ho letto L'anno del contagio qualche anno fa e, va bene che sono un appassionato di fantascienza, mi è piaciuto.
L'anno del contagio (Doomsday Book) è un romanzo storico e di fantascienza della scrittrice statunitense Connie Willis, che nel 1993 ha vinto nella categoria romanzo i premi Hugo, Nebula ed il premio Locus.
Il romanzo ipotizza che in un futuro non troppo distante da noi (la storia è ambientata nel periodo natalizio dell'anno 2054) sia stato inventato il viaggio nel tempo, e che venga utilizzato per studiare le epoche passate. La protagonista principale, Kivrin Engle, è una studentessa di storia del Brasenose College di Oxford, il cui sogno è viaggiare nel Medioevo. La storia inizia proprio con la partenza di Kivrin verso l'Inghilterra del 1320, che non raggiungerà mai per un errore di calcolo: si troverà invece nel 1348, nel pieno dell'epidemia di peste nota come la Morte nera.
La storia si svolge quindi su due piani paralleli: nel tempo futuro si scatena una epidemia di influenza estremamente virulenta che colpisce proprio il personale del College e che finisce con l'imporre la necessità della quarantena, rendendo impossibile riattivare la macchina per il viaggio nel tempo; nel passato una Kivrin febbricitante per la stessa influenza viene accolta da una famiglia benestante del villaggio di Skendgate nell'Oxfordshire, non distante dal sito degli scavi che ha visitato e studiato nel suo tempo.

martedì 20 gennaio 2009

BARZELLETTA

CHI E' IL PADRE?

E' un pò di tempo che non posto qualche barzellettina. Girando in Internet ho scovato questa che mi sembra proprio simpatica.

Una coppia di anziani coniugi sta festeggiando il loro 75° anniversario di matrimonio in un legante ristorante. Alla fine della cena il marito si rivolge affabilmente alla moglie e le chiede:

“Cara, c’e’ una cosa che e’ da tanto tempo che ti vorrei chiedere. Mi ha sempre colpito il fatto che il nostro decimo figlio non assomiglia per niente agli altri nove. Ora voglio assicurarti che questi 75 anni con te sono stati un’esperienza stupenda e la tua risposta non potra’ in alcun modo modificare questo mio giudizio. Ma io debbo sapere, il dubbio mi assilla da molti anni. Ha egli un padre differente?”.

La moglie china la testa incapace di guardare negli occhi il marito e commossa dal candore del marito, dopo alcuni secondi di pausa, confessa: “Si’, caro, perdonami. E’ cosi’ “. Il vecchio e’ profondamente abbattuto, la realta’ di quello che la donna ha appena confessato e’ piu’ forte di quello che si sarebbe aspettato.

Con le lacrime agli occhi egli chiede: “Chi? Chi e’ il padre?”.

Nuovamente l’anziana donna china la testa, non vorrebbe rispondere, non riesce a trovare il coraggio di dire tutta la verita’ al marito. Ma alla fine, con un filo di voce, esclama: “Tu”.

lunedì 19 gennaio 2009

CINEMA

RITORNO AL PASSATO

Mamma mia quanti anni sono passati da quando vedevo Star Trek e Stanlio e Olio (Stan Laurel e Oliver Hardy). Una vita. Il mitico Capitano Kirk, vi ricordate: « Spazio, ultima frontiera. Eccovi i viaggi dell'astronave Enterprise durante la sua missione quinquennale, diretta all'esplorazione di nuovi mondi, alla ricerca di altre forme di vita e di civiltà, fino ad arrivare laddove nessun uomo è mai giunto prima. »
La famosissima musica dei film di Stanlio e Olio nota come Cuckoo Song, composta da T. Marvin Hatley, e usata per la prima volta in I ladroni (Night Owls) nel 1930.
Bei tempi ma purtroppo passati


giovedì 15 gennaio 2009

APRICA

E IL NAUFRAGAR M'è DOLCE IN QUESTO CIELO ....

Perdonatemi la licenza poetica ma non ho saputo resistere alla tentazione di intitolare questo post con la celebre frase di Giacomo Leoparti "e il naufragarm'è dolce in questo mare..." modificando il mare con il cielo. D'altronde dovete ammettere che di fronte ad un cielo così non si può resistere. Queste due immagini le ho catturate nella mia permanenza di fine ed inizio anno al passo dell'Aprica. Quattro passi nella solitudine della montagna anche se l'Aprica non è certamente un posto con poca gente, anzi. Ero talmente stufo della confusione della cittadina che ho inforcato la prima strada in salita che mi ha portato finalmente lontano dalle auto e dalla ressa della gente.
E ora gustatevi questo meraviglioso cielo.


martedì 13 gennaio 2009

BRRRRR.....

CHE FREDDO !!

MILANO - ATTUALITA'

SOTTO LA NEVE

Qualche immagine scattata durante la forte nevicata dei giorni scorsi. Quattropassi al Castello Sforzesco e nel Parco tanto per non perdere la buona abitudine.



venerdì 9 gennaio 2009

CURIOSITA' -CURIOSITY

DAL GIAPPONE
Wasp cookies… Mmmmm che bontà!!!
Fonte: non me lo ricordo
Voglio chiudere la settimana con una curiosità culinaria (si fa per dire) alquanto strana. E' vero che il mondo è bello perchè è vario ma qui stiamo oltrepassando ogni limite.
Siamo in Giappone e oggetto di questo post è un prodotto che sembra stia prendendo piede in questo paese (orrore). Di cosa si tratta? Bene, un produttore di cracker in Giappone sta creando un nuovo prodotto con l'aggiunta di vespe alla ricetta. Il jibachi senbei, o vespa scavatrice crackers di riso, contiene cinque o sei insetti che sono chiaramente visibili ad occhio nudo. Sono realizzate nella città di Omachi, circa 120 miglia a nord-ovest di Tokyo. I Cacciatori del villaggio, cacciano questi insetti nella vicina foresta. Una volta catturati, vengono cotti in acqua, seccati e cosparsi sul cracker mix. Un sacchetto di 20 cracker costa £ 1,60, ma la produzione è limitata, in quanto le vespe sono catturate allo stato selvatico per avere un sapore ottimale.
MI PERDONINO GLI AMICI GIAPPONESI MA QUELLI CHE COMPRANO E MANGIANO QUESTA SCHIFEZZA HANNO QUALCHE PROBLEMA MENTALE.
Rice cracker makers in Japan are creating a buzz about their product by adding wasps to the recipe.The jibachi senbei, or digger wasp rice crackers, each contain five or six black insects which are clearly visible to the naked eye.They are manufactured in Omachi, around 120 miles northwest of Tokyo.Wasp hunters from the village, who are mostly in their 80’s, catch them in nearby forests.They are then boiled in water, dried and sprinkled over the cracker mix, which is then stamped by hot iron cracker cutters.A bag of 20 crackers costs £1.60, but output is limited as the wasps are caught in the wild for optimum flavour.


giovedì 8 gennaio 2009

MILANO -LIBERTY

VIAGGIO NEL LIBERTY

4a. La quarta tappa del mio viaggio tra le bellezze e le curiosità di Milano, mi porta ai primi anni del XX secolo. Infatti in questi primi anni sorgono numerose case liberty che attraverso elementi prefabbricati in cemento danno agli acquirenti un’impressione di lusso, consentendo un maggior guadagno alle imprese costruttrici. Sono queste ultime infatti le protagoniste delle più significative innovazioni edilizie. Tra queste case, un bellissimo esempio è la Casa Galimberti (1902-5) in via Malpighi al 3 opera di G.B. Bossi con uso di piastrelle smaltate sulla facciata riproducenti alberi, fiori e figure femminili.

La Facciata di Casa Galimberti
Particolari della facciata