martedì 31 agosto 2010

PASSO DEL VIVIONE

Non avevo mai fatto questo passo e sono rimasto affascinato dalla sua bellezza e tranquillità. Mi riprometto di ritornarci con più calma la prossima estate per farci una bella camminata.
Fonte: Wikipedia
Il Passo del Vivione è un valico alpino a quota 1.828 m s.l.m. che collega due valli secondarie della Val Camonica: la Valle di Scalve e la Val Paisco. Il passo si trova interamente nel territorio della provincia di Bergamo.
Il passo si trova nelle Alpi e Prealpi Bergamasche e dal punto di vista orografico separa le Alpi Orobie a nord dalle Prealpi Bergamasche a sud.
La carrozzabile che raggiunge il passo (la strada statale 294) è estremamente stretta in buona parte del percorso e viene generalmente aperta al traffico automobilistico solo durante i mesi estivi.

Descrizione Tecnica
Partendo dalla Val di Scalve la salita si presenta regolare e con un panorama incantevole sul Pizzo Camino e sul Cimone della Bagozza per 12 km ed un dislivello di 728 m (partendo da Schilpario).
La strada percorre inizialmente una pineta che occupa il fondovalle, ma poco dopo la località di Cimalbosco e la chiesetta di S. Barbara vi sono diversi tornanti, preludio agli ultimi chilometri, dove la carreggiata è esposta e stretta ma il manto stradale è ottimo.
Il versante camuno misura 20km (partenza da Forno Allione, quota 440 m s.l.m.); la salita si snoda per i primi 15 km nel bosco attraversando antichi borghi con pendenza sempre costante fra il 6 e l'8%. Gli ultimi chilometri sono i più panoramici ma anche i più difficoltosi, con pendenza costante del 12%. La tranquillità della zona la rende uno dei più suggestivi valichi alpini.

Il Cimone della Bagozza.











lunedì 30 agosto 2010

IMMAGINI DAL MONDO

PINGUINI!!!
Ma quanti sono?

B&W

NAVIGLIO GRANDE
CHIESA SAN CRISTOFORO



venerdì 27 agosto 2010

HUMOR DAL WEB

FRONTE E RETRO !!!

VALLE SERIANA

IL SALTO DEGLI SPOSI

Prima di partire per le vacanze, avevo fatto un giro per le montagne della Lombardia e precisamente: da Monza al Passo della Presolana, ho proseguito per la Valle di Scalve verso Schilpario, quindi sono salito al Passo del Vivione con una strada strettissima ma con un panorama stupendo. Dal Vivione giù giù verso Edolo, poi Aprica quindi Tirano. Da Tirano, attravenso la Svizzera sono andato a Livigno dove abbiamo cenato quindi rientro a Monza per la una di notte. La prima tappa è stata il Passo della Presolana al Salto degli Sposi.

Fonte: www.presolana.it
Era l'anno 1871, la Conca della Presolana non conosceva ancora il turismo ma la bellezza di questo paesaggio alpestre era già nota anche all'estero.

Infatti, negli anni precedenti all'unità di Italia, durante il dominio Austriaco diverse guarnigioni militari dell'Impero Asburgico soggiornanti nella zona, avevano avuto modo di apprezzare le bellezze di questi luoghi ancora incontaminati.

Alcuni di loro si erano addirittura accasati nelle nostri valli e tra questi vi erano degli oriundi polacchi che avevano acquistato un terreno a Dorga anche oggi ricordato con il nome di "Pulunï". Nella corrispondenza che inviavano periodicamente ai loro familiari rimasti in terra polacca non mancavano gli encomi alle nostre montagne e tanto dissero che i pionieri del turismo vennero proprio d'oltralpe.

Uno di questi, tale Massimiliano Prihoda, polacco, di professione musicista in Italia nella primavera del 1871 per un concerto della Scala, non volle perdere l'occasione per fare una visita ai suoi vecchi parenti di Dorga. Questi avevano da poco acquistato un grande possedimento terriero al Passo della Presolana: il "Maren" luogo caratterizzato da dolci praterie orlate da boschi soprastanti una corona di dirupi.

Ospite dei suoi parenti, Massimiliano passava qui ore ed ore a scrivere spartiti immerso nel silenzio e nella contemplazione delle montagne.

Il suo luogo preferito era un pronunciato dirupo dal quale, come una balconata, poteva ammirare una vasta catena di montagne che vanno dalla Valle di Scalve alla Valle Camonica.

La zona del Passo piacque talmente a Massimiliano che pensò di tornarvi con la giovane moglie, Anna Stareat, con la segreta speranza di stabilirsi qui definitivamente.

Ritornato in Polonia, sistemò i suoi affari e sul finire dell'estate insieme alla moglie era di nuovo in Italia e più precisamente nei pressi del Passo in località Donico, dove prese alloggio in una vecchia ma distinta casa di signori della zona.

Meta quotidiana delle passeggiate della giovane coppia erano i prati del "Maren" e particolarmente il dirupo preferito che data la frequentazione e la spettacolarità del panorama venne subito chiamato "Belvedere".

Da questo incomparabile osservatorio la moglie, affermata pittrice, traeva ispirazioni per i suoi quadri mentre il marito musicava libretti di opere.

La gente del posto li prese a benvolere e vedendoli sempre felici come sposi novelli li soprannominò semplicemente gli sposi.

Il loro amore e la loro bontà diventarono presto proverbiali fra i contadini e gli alpeggiatori della zona, ma un giorno capitò l'irreparabile.

Secondo le testimonianze raccolte in zona, verso fine settembre dopo un violento temporale, entrambi vestiti a festa, si recarono sul dirupo, in un panorama di singolare bellezza addolcito da un tenue arcobaleno; Anna dipinse il ritratto dello sposo con lo sfondo del Pizzo Camino, mentre Massimiliano completò una breve composizione dedicata alla moglie.

Probabilmente verso sera quando ancora la luna stava sorgendo, raggiunto l'orlo dello strapiombo, per qualche inspiegabile motivo i due sposi si gettarono nel vuoto, abbracciati, poiché tali furono pietosamente recuperati il giorno dopo alla base del dirupo da tale Dovina Bortolo, guardia boschiva di Angolo.

Questo fatto, tutt'ora avvolto nel mistero nonostante le molteplici indagini effettuate, ma con ogni probabilità dettato dalla volontà di conservare per sempre intatto l'intenso ed appassionato sentimento che li univa, impressionò profondamente tutti.

Le spoglie mortali dei due sposi vennero tumulate nel piccolo cimitero della sponda dove fino ai recenti restauri si poteva ancora osservare la lapide la cui epigrafe, ormai stinta, celebrava il loro eterno amore.

Il nome del dirupo da quel momento, in loro ricordo, venne chiamato il "Salto degli Sposi" e divenne meta continua di innamorati ma anche di estimatori dei due artisti le cui opere sono sempre state oggetto di appassionate ricerche.

Ricerche coronate da successo poiché pare che il quadro sia stato casualmente riscoperto a Bombay (India) al Prince of Wales Museum of Western India, con immaginabile commozione da un noto mercante d'arte bergamasco che aveva trascorso un periodo di vacanza al Passo della Presolana, dove aveva appreso della pittrice e della tragedia del Salto degli Sposi. Anche lo spartito dovrebbe essere stato recentemente riscoperto nella biblioteca del Conservatorio Gaetano Donizetti di Bergamo.

Verso il Salto degli Sposi


Massimiliano e Anna

Il Salto degli Sposi

Panorada dal Salto degli Sposi

giovedì 26 agosto 2010

FOTO DEGLI ALTRI

Sono rientrato il 24 di questo mese dalle tanto desiderate vacanze e non ho ancora trovato il tempo per selezionare e sistemare le tante foto scattate.
Mi riprometto di darci sotto durante il week end.

Il sogno Americano
Cina! Gulp!!!!
Breaker boys 1900

mercoledì 25 agosto 2010

ECCOMI DI RITORNO! SIGH!

Purtroppo le vacanze sono terminate e il dovere mi chiama. Oggi ho ricominciato a lavorare in quel di Milano, ricomincerò con il solito tran tran. Questa è la vita cari miei ma l'importante è viverla nel miglior modo possibile.
Nei prossimi giorni sistemerò le tantissime fotografie che ho scattato e inizierò a postarle.
Un carissimo saluto a tutti e arrivederci nei prossimi giorni.
Ciao ciao ciao ciao ciao ciao

mercoledì 4 agosto 2010

VACANZE - HOLIDAYS

Finalmente sono arrivate le Vacanze. Quest'anno mi faccio circa 18 giorni suddivisi fra le mie adorate Dolomiti (circa 14 giorni) e 4 giorni a Praga, la città di Kafka.
CI VEDIAMO IL
25 AGOSTO

martedì 3 agosto 2010

lunedì 2 agosto 2010

TRENTINO ALTO ADIGE

SENTIERO PEDERIVA
Foto by: Anton Sessa - http://www.fassaforum.com/

Il percorso parte dalla cima dell'arrivo del secondo troncone d'arrivo dell'impianto del Buffaure, per la precisione dal "Col de Valvacin" presso il rifugio El Zedron a quota 2.354 m. Il percorso prosegue lungo tutta la cresta che separa la Val San Nicolò e la Val Giumela in un continuo sali e scendi (si fanno circa 500 m di dislivello in salita, ma spalmati su un persorso di circa 6 km).
Itinerario molto panoramico e, tutto sommato, poco faticoso; i tratti di corda fissa del Sentiero Pederiva sono assolutamente privi di difficoltà tecniche (qualche corrimano), e tutto il percorso si svolge su pendii erbosi piuttosto comodi. La discesa in Val di San Nicolò, paesaggisticamente meritevole, presenta però l'inconveniente di tornare a valle lontano dal luogo dove si è lasciata l'auto



MARIANNA

RIFLESSO