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venerdì 1 luglio 2022

AL MARE

 


Non sono un amante del mare, sin da piccolo ho sempre frequentato la montagna tanto che praticamente il mare l'ho visto per la prima volta che avevo compiuto 15 anni. Da adulto e da sposato ho imparato ad apprezzarlo un pò di più e ogni tanto, cogliendo l'occasione di andare a trovare il fratello di mia moglie, gli dedico qualche giorno. 

Prima di partire per la Florida ho approfittato, in una di queste occasioni, per trascorrere un pò di tempo in riva al mare. Era maggio e la temperatura dell'acqua era ancora fredda quindi ci siamo limitati a fare delle lunghe camminate sul bagno asciuga. Ed è in queste lunghe camminate che non resisto alla tentazione di raccogliere le conchiglie.

Dovete sapere che nei miti greci e romani le conchiglie erano un simbolo di prosperità, di rinascita infatti la Dea greca Afrodite, Venere per i Romani, era la dea dell’Amore e della fertilità che venne creata dalla schiuma e portata a riva su di una conchiglia
Ora capisco questa passione, d'altronde, non per niente, sono padre di tre figli.
Ecco qualche foto velocemente scattata sul bagno asciuga.





Per concludere voglio pubblicare una citazione che ho preso dal libro “la conchiglia come simbolo”, che raccoglie l’essenza del suo significato:

Le conchiglie sono un regalo del mare, le onde che le portano a riva ci svelano così una parte del suo segreto, ci rendono partecipi del suo mistero. E’ un modo di sentirci parte dell’universo come il viaggiatore che attraverso esperienze e frammenti di conoscenza va alla ricerca di sé stesso.

Buona prosperità a tutti voi e grazie per la vostra visita.  

 

lunedì 7 febbraio 2022

SGUARDO VERSO IL CIELO

 


Sono passati 6 mesi dall'ultima volta che ho postato qualche foto del nostro sole
Elio,il dio della luce e del calore, è la stella madre del sistema solare ed è una stella di dimensioni medio-piccole costituita principalmente da idrogeno. Nella mitologia il sole si identifica con il nome di ELIO oppure HELIOS. 

Elio era figlio del titano Iperione (la più antica personificazione del Sole) e di Teia, fratello di Selene (la Luna) e di Eos (l’Aurora). Nel mito fu il

dio “che cammina al disopra” di tutte le cose. Risvegliato dal canto del gallo, che gli era sacro, e preceduto dall’Aurora, egli guidava ogni giorno la sua quadriga attraverso la volta celeste, dallo splendido palazzo che sorgeva a oriente, nella Colchide, fino a un palazzo egualmente splendido nell’estremo occidente, dove scioglieva i cavalli e li lasciava pascolare nelle Isole dei Beati. Poi tornava a oriente percorrendo il fiume Oceano che scorreva attorno al mondo, caricava cocchio e cavalli su una nave dorata costruita da Efesto e dormiva tutta la notte in una comoda cabina.

Credit:  JUAN PAYA
Telescopio solare Coronado. Fotocamera CMOS ZWO ASI 120 MM.






giovedì 29 luglio 2021

SGUARDO VERSO IL CIELO

 


E' quasi un mese con non pubblico qualche foto della rubrica "Sguardo Verso il Cielo". Oggi ritorno con il pubblicare alcune foto del nostro Sole.

Elio, dio della luce e del calore, tra scienza e mitologia

Il Sole (dal latino: Sol) è la stella madre del sistema solare ed è una stella di dimensioni medio-piccole costituita principalmente da idrogeno. Classificato come una "nana gialla" il sole ogni secondo da circa 4 miliardi e mezzo di anni, trasforma 700 milioni di tonnellate di idrogeno in 695 milioni di tonnellate di elio. Glia altri 5 milioni di tonnellate diventano energia e sono proprio questi che alimentano la vita sul nostro pianeta.

Nella mitologia il sole si identifica con il nome di ELIO oppure HELIOS. 

Elio era figlio del titano Iperione (la più antica personificazione del Sole) e di Teia, fratello di Selene (la Luna) e di Eos (l’Aurora). Nel mito fu il

dio “che cammina al disopra” di tutte le cose. Risvegliato dal canto del gallo, che gli era sacro, e preceduto dall’Aurora, egli guidava ogni giorno la sua quadriga attraverso la volta celeste, dallo splendido palazzo che sorgeva a oriente, nella Colchide, fino a un palazzo egualmente splendido nell’estremo occidente, dove scioglieva i cavalli e li lasciava pascolare nelle Isole dei Beati. Poi tornava a oriente percorrendo il fiume Oceano che scorreva attorno al mondo, caricava cocchio e cavalli su una nave dorata costruita da Efesto e dormiva tutta la notte in una comoda cabina.

LA MAGA CIRCE

Dall’immagine primitiva con la quale si paragonò il Sole a una ruota fiammeggiante, si passò ben presto a quella del carro che percorreva il cielo, tirato da focosi cavalli splendidi, lucenti, spiranti fuoco, e chiamati Piroide, Eoo, Etone e Flegone.


Elio ebbe come moglie Perseide, una delle figlie di Oceano e di Teti, da cui nacquero vari figli: la maga Circe, Eete, che regnò nella Colchide, dove Elio aveva il suo aureo palazzo, e Pasifae, che fu moglie di Minosse, e un figlio, Perse, il quale spodestò il fratello Eete, e fu ucciso dalla propria nipote, Medea.

    Credit: NASA/SDO (AIA)


Credit: Telescopio solare Coronado. Fotocamera CMOS ZWO ASI 120 MM.



mercoledì 30 giugno 2021

SGUARDO VERSO IL CIELO

 


Rieccomi a postare qualche foto della serie "Sguardo Verso il Cielo". Dovete sapere che oltre alla passione per tutto quello che riguarda il nostro Universo ultimamente mi sono appassionato nella lettura dei grandi classici Greci. Oltre i classici come l'Odissea e l'Iliade mi sono appassionato anche alla lettura dei Miti

Il termine mito viene dal greco mythos, e significa "racconto" ed è la raccolta e lo studio della cultura religiosa degli antichi greci e in particolare dei loro dèi ed eroi. 

Ma voi vi domanderete cosa c'entra l'astronomia con i miti greci? Se vi capita di alzare gli occhi al cielo in una limpida notte stellata, molte delle stelle o costellazioni che vedrete, almeno come le conosciamo qui in Occidente, derivano direttamente da eroi e personaggi della tradizione greca antica. Una di queste costellazioni o ammassi che ha preso il nome dagli antichi greci è l'ammasso aperto delle PLEIADI nella costellazione del TORO.

Le
Pleiadi sono inconfondibili e anche il più inesperto le riconoscerebbe al volo. Assomigliano ad un'Orsa Maggiore in miniatura.
Probabilmente, dopo il Sole e la Luna, le Pleiadi sono l'oggetto celeste più carico di storie, miti e leggende colpendo sin dall'antichità la fantasia popolare.
La prima citazione risale negli annali cinesi nel 2357 AC dove venivano denominate come "LE SETTE SORELLE DELL'OPEROSITA'"  Ma anche altre civiltà hanno dato nome a questo ammasso: per noi Italiani è "LA RACCHETTA" per gli spagnoli "LE SETTE CAPRETTE" per i Groenlandesi "KILLUKTURSET" (Cani che lottano contro  un orso).

Credit: Massimo Tamajo


LE PLEIADI NELLA MITOLOGIA


Le Pleiadi sono tra le prime stelle a essere menzionate in letteratura: ve n’è traccia negli annali cinesi del 2350 a.C., nel poema di Esiodo del 1000 a.C. e nell’Iliade e nell’Odissea di Omero per quanto riguarda la cultura europea.

Le Pleiadi erano sette sorelle: Maia, Alcione, Asterope, Celeno, Taigete, Elettra e Merope. Figlie di Atlante, il titano a cui Zeus aveva affidato il compito di sostenere la Terra, e di Pleione, la dea protettrice dei marinai.

In seguito a un fortuito incontro con Orione, le Pleiadi e la loro madre diventano preda del cacciatore. Per proteggerle dagli assillanti assalti amorosi di lui, Zeus le tramuta in colombe e le libera in cielo. Si dice anche che Zeus fosse il padre di tre delle sorelle.
Le Sette sorelle sono spesso associate a figure marine per questo simboleggiano i mari, le acque, i fiumi, la pioggia e il gelo. Conosciute anche con il nome di Oceanidi, alcune fonti rivelano che il loro nome derivi dall’antico termine greco plein, ossia navigare.

Maia – è la maggiore delle sorelle nota per la sua straordinaria bellezza e per la sua vita solitaria. Nonostante fosse molto bella, era una donna timida e riservata che prediligeva la solitudine e viveva da sola in una caverna. Il suo nome significa “madre” in latino, ma racchiude anche il significato di “fecondità”, perciò i Romani la consideravano la dea della primavera da cui deriva il nome del mese di maggio.

Alcyone (Ally) – è la seconda delle sorelle, ma è conosciuta per essere la più forte. Durante i giorni di Alcione, quando il mondo era pervaso di gioia, prosperità e quiete, lei vegliava sul Mar Mediterraneo rendendolo sicuro per i marinai. Sposata con Ceice, re della Tessaglia, i due ingannarono Zeus ed Era, facendosi passare per loro. Zeus per vendicarsi, aspettò che i due si separassero, per scatenare una tempesta che affondò la nave di Ceice che morì affogato.

Asterope (Stella) – è il nome greco per “stella” e viene rappresentata, nella tradizione, come la più debole delle sorelle proprio a causa della sua ridotta luminosità. Fu la madre di Enomao, figlio di Ares, dio della guerra. In altre versioni del mito invece è la moglie dello stesso Enomao da cui ebbe quattro bambini.

Celeno (Ce-Ce) – significa “melone” o “scuro”. Proprio come Asterope, la sua luminosità è ridotta, rispetto alle altre, perché si narra sia stata colpita dal fulmine di Theo. Ebbe numerosi figli: Lico (il lupo) e Chimera (in parte leone, drago e capra) da Prometeo; nonché Lico e Nicteo da Poseidone, dio del mare.

Taigete (Tiggy) – la mitologia vuole che vivesse in solitudine tra le montagne come la sorella Maia. Artemide, il suo amato, la tramutò in colomba così da sfuggire all’amore che Zeus nutriva nei suoi confronti. Anche Ercole provò a sedurla.

Elettra – nota per essere la terza stella più brillante della costellazione, ebbe quattro figli tra cui Dardano, fondatore della città di Troia. In alcune storie si narra che Elettra fosse la “Pleiade perduta”, poiché scomparve in seguito alla caduta di Troia e alla morte del figlio.

Merope (la sorella perduta) – fu l’ultima stella a essere mappata dagli astronomi perché invisibile a occhio nudo. Tra le più belle della costellazione, è soprannominata la “stella perduta” per aver nascosto il volto dalla vergogna di essere sposata a un mortale, Sisifo. Altri dicono che si vergognasse perché Sisifo era un criminale, la cui pena era spingere un pesante masso in cima a una vetta che poi rotolava sempre giù. La somiglianza con il padre di Merope, Atlante, che doveva sopportare sulle spalle il peso del mondo, è molto chiara.



domenica 16 maggio 2021

I MIEI VIAGGI - TRA STORIA E MITO

 


Ritorno al 2012, quando in occasione del mio 25esimo di matrimonio, avevo fatto un viaggio in una delle isole più misteriose ed arcane del Mediterraneo: CRETA.
Allungata all’estremità meridionale del Mare Egeo, Creta è un’isola irta di montagne innevate e disseminata di spiagge sabbiose ma segnata anche da canyon profondi e verdeggianti di ulivi.
Creta è sempre stata un luogo magico e già 2500 anni prima di Cristo erano sorti sull’isola palazzi fastosi e città potenti.
Fra questi palazzi ve n’era uno in particolare che era famoso per un mito: Il Palazzo di Knossos.


Cnosso (in greco Κνωσός) è il più importante sito archeologico dell'età del bronzo di Creta. Sorge nella parte centrale dell'isola di Creta, a 6 km dal mare e a 5 km da Iraklion, sul fiume Katsaba (antico Kairatos).
Fu un importante centro della civiltà minoica (la civiltà cretese dell'età del bronzo). Il palazzo di Cnosso è legato ad antichi miti della Grecia classica, come Minosse e il labirinto costruito da Dedalo, e quello di Teseo e il Minotauro.

Dovete sapere che un misterioso legame legava Creta e il suo re Minosse con la città di Atene. 
Il mito racconta che uno dei tanti figli di Minosse, Androgeo, era morto ad Atene in circostanze oscure. Minosse accuso il Re di Atene, Egeo, di averlo ucciso. 
Nello stesso tempo si narra che sulla città di Atene si abbatterono terribili flagelli: la terra non dava più frutti, i fiumi si prosciugavano e una pestilenza sterminava gli uomini. 
Come spesso accadeva, gli ateniesi chiesero soccorso all’oracolo di Apollo. Il dio rispose che, se volevano sopravvivere, dovevano placare l’ira di Minosse ed espiare la morte di Androgeo. Per placare l’ira di Minosse, gli ateniesi avrebbero mandato a Creta sette ragazzi e sette ragazze che sarebbero stati chiusi nel Labirinto e sacrificati al Minotauro.
E qui entra in gioco il giovane Teseo che con l’aiuto di Arianna riuscì a uccidere il Minotauro.
Se non fosse per la mia rinata passione per i miti greci, devo purtroppo ammettere che il palazzo di Knossos non mi ha entusiasmato. Una delle caratteristiche dei palazzi minoici è la luce riflessa dalle superfici dovuta al vasto uso del gesso minerale (selenite).
La tecnica che invece è stata usata è stata quella di coprire le pareti di selenite con il cemento compromettendo l’aspetto dei monumenti.
Ho letto recentemente che i restauratori stanno utilizzando il laser per rimuovere il cemento sperando di ripristinare la luce persa del palazzo. Mah speriamo!!!
Ma partiamo con il tour del sito. Qui di seguito ho cercato di descrivere gli ambienti più interessanti che ho visitato, ma prima qualche scatto fatto all'ingresso del sito.


Incominciamo con uno degli ambienti meglio conservati del palazzo.

LA SALA DEL TRONO
la Sala del Trono, come scritto sopra, è uno degli ambienti meglio conservati del
Palazzo di Cnosso. La coda di persone per entrare era piuttosto lunga.
Nella sala del trono si può vedere il più antico trono in gesso alabastrino, mentre di fianco ad esso sono allineate le panche su cui prendevano posto i consiglieri del re. Sulle pareti sono affrescati dei grifi con la funzione di guardiani e privi di ali, posizionati su sfondo rosso e bianco accompagnati da varie piante ornamentali.
La sala, probabilmente, doveva avere anche un carattere religioso, come dimostrato dal ''bagno lustrale'' di fronte al trono; inoltre vari vasi ''paniformi'' rinvenuti sul pavimento mostrano che al momento della distruzione si stava svolgendo probabilmente una cerimonia destinata a placare la divinità


IL MEGARON DELLA REGINA
Il Megaron della Regina, a cui si accedeva mediante una piccola porta sul lato meridionale della sala ed un corridoio a gomito, ha una doppia finestra ed una porta che lo mette in comunicazione con un ambiente coperto provvisto di due porte e di due prese di luce. Nel Megaron sono stati rivenuti mirabili affreschi dei quali si possono ammirare sui muri le riproduzioni: a Nord era quello dei delfini; su un montante del polythyron orientale è stato portato in luce l’affresco della “danzatrice”.


IL TEATRO
Leggermente fuori rispetto al resto del palazzo, sorge l’Area Teatrale. Infatti, lungo l’area nord-occidentale sorgevano numerosi santuari più piccoli che conducevano ad uno spiazzo circondato da due gradinate. Si pensa che potessero accogliere fino a 500 persone e che questa sorta di teatro venisse usato per svolgere rituali sacri.


AREA DEI MAGAZZINI
Procedendo verso nord rispetto alla Sala del Trono e al Megaron della Regina, accederete all’Area dei Magazzini. Questa sezione del parco archeologico fu la prima ad essere scoperta da Kalokairinos ed è di vitale importanza per comprendere lo stile di vita della civiltà minoica.
Infatti, seguendo l’antico sistema fognario, il percorso conduce prima alla Casa degli Ospiti e all’antico Caravanserraglio, e dopodiché alle abitazioni private. Qui è stato portato alla luce il Magazzino dei Pithoi. Il significato di Pithoi è vaso di terracotta, in forma di tronco di cono rovesciato, con larga bocca, adoperato dagli antichi Greci.



IL LABIRINTO
Il motivo principale di questo mio post era il famoso LABIRINTO.
Purtroppo non si può sapere se il Labirinto fosse nel Palazzo a Cnosso, che in effetti risulta avere una planimetria intricatissima, o fosse a Gortina, località nell’isola di Creta in cui si trova un’antica cava sotterranea, o a Skotino, altra località cretese. 

Faccio mie la parole di Kerennyi ( Nel labirinto):
Il problema del labirinto presenta una particolare peculiarità, la quale del resto è comune alla maggior parte dei problemi che sorgono dalla ricerca mitologica, se la si affronta con la dovuta serietà: si tratta di problemi privi di soluzione”.

"ROYAL" LA STRADA REALE
La strada Reale era la strada che conduceva al Palazzo Minoico di Cnosso.


GLI AFFRESCHI DEL PALAZZO
A Cnosso vi era una fiorita cultura degli affreschi. I cretesi dipingevano sulle pareti del palazzo di Cnosso opere eccezionali con la classica visione di profilo tipica dell'arte egizia. Il motivo di questa particolare tecnica rappresentativa è la causa dei continui scambi commerciali e culturali tra la civiltà cretese e quella egizia. Oggi la maggior parte degli affreschi sono conservati al museo archeologico di Candia.
Ecco qui di seguito alcuni degli affreschi di particolare importanza rinvenuti all'interno del palazzo.

Le Signore in Blu: Le creature marine erano considerate sacre per gli antichi cretesi e lo stesso colore blu potrebbe richiamare al mare.


Il
Principe dei Gigli Affresco minoico realizzato a Creta nel 1550 a.C. E' esposto al Museo archeologico di Heraklion. L'affresco è costituito da tre antichi frammenti di intonaco dipinto (la corona, il tronco, la gamba sinistra); le altre parti sono moderne e dunque ipotetiche.


L’affresco più famoso di Cnosso è il celeberrimo Toro in un Paesaggio con Ulivi che, a detta di Evans, rimase visibile in superficie per diversi secoli. Lo troverete sul muro del balcone occidentale e raffigura un toro immerso in un tipico paesaggio cretese. Questo affresco contribuì ad alimentare la leggenda del Labirinto di Cnosso.



Un affresco che si incontra lungo il Corridoio della Processione, raffigura uomini e donne intenti a trasportare doni rituali, generalmente vasi, anfore e coppe. 



Tra gli affreschi rinvenuti a Cnosso, merita una menzione speciale l’Affresco della Taurocatapsia. Infatti, il disegno raffigura un toro sacro durante l’evento più popolare tra i cretesi. L’attività è infatti riportata realisticamente nell’affresco. Sono quindi raffigurate tutte le fasi della gara: presa del toro per le corna, salto e atterraggio.



L’Affresco dei Grifoni. Questo affresco si trova nella Sala del Trono. Si tratta di due grifoni, animali mitologici con corpo di leone e testa di aquila. L’Affresco simboleggiava la determinazione e la saggezza del re di Cnosso.



L'Affresco dei Delfini
Nel Megaron della Regina sono stati rinvenuti quelli che sono considerati gli affreschi più poetici di Cnosso. Infatti, le varie stanze della regina sono decorate con eleganti motivi geometrici. Ma il dipinto più bello e famoso è sicuramente il celebre Affresco dei Delfini. Come abbiamo detto, gli animali marini erano considerati sacri e la scelta dei delfini poteva avere una sorta di motivazione terapeutica.



Il Tour al Palazzo di Knossos finisce qui. Spero di avervi fatto respirare un po’ di storia e un pizzico di mistero in questo luogo incantevole, dove l’archeologia incontra la leggenda.


Grazie per la vostra visita e mi raccomando …..