mercoledì 18 febbraio 2015

TRADIZIONI

CARNEVALE A MILANO
MENEGHINO

Siamo ormai in tema di carnevale (il carnevale Ambrosiano si concluderà sabato 21 Febbraio) e anche se non mi sono mai travestito in vita mia (non mi è mai piaciuto il carnevale) mi piace girare per le strade e guardare bambini e adulti travestiti nei personaggi più stravaganti. Mi piacerebbe anche andare a Venezia ma c'è troppa gente e finirei per innervosirmi anziché divertirmi. Oggi vi voglio far conoscere la maschera di Milano: MENEGHINO.
Meneghino (in milanese Meneghin) è una maschera della commedia dell'arte che si identifica con la città di Milano.
"Meneghino" è un diminutivo del nome Domenico (milanese Domenegh e Menegh). La scelta di questo nome è da ricercare nel fatto che all'epoca i signori più facoltosi potevano permettersi molti domestici; i nobili che non avevano la possibilità di mantenere un domestico fisso, almeno il giorno della domenica, assumevano un domestico per la giornata. Ad esempio per andare a messa il Domenichino era quello che apriva la porta della carrozza al suo arrivo.
Di origini incerte (all'inizio era Meneghin Pecenna in quanto parrucchiere pettegolo), venne introdotta in teatro nel '600 da Carlo Maria Maggi, che gli ha dato l'immagine del personaggio popolare, giunta fino ai giorni nostri. Più avanti Carlo Porta ha contribuito ad aumentarne la popolarità fino alla metà del XIX secolo epoca in cui Meneghino è diventato simbolo dell'animo patriottico milanese, contro la dominazione asburgica. Particolarità di Meneghino, è che non ha mai indossato una maschera, ma si è sempre presentato a viso aperto e senza trucco. Questo fa di lui un personaggio libero, aperto dalle uniformità caratteristiche di uno stereotipo fissato; ha sempre invece espresso una ben definita personalità.
Nel Carnevale Ambrosiano, è accompagnato da un'altra maschera popolare milanese, moglie di Meneghino: la Cecca (di Berlinghitt), diminutivo dialettale di Francesca.

1 commento:

Il Centurione ha detto...

Assai interessante e curiosa storia che non conoscevo e che arricchisce il mio bagaglio culturale (e spero anche quello dei tuoi lettori).