sabato 7 febbraio 2009

CURIOSITA' - CURIOSITY

Povero postino!!!

venerdì 6 febbraio 2009

MILANO - VARIE

URBAN ADVERTISING

MILANO - DUOMO

NEW PROSPECTIVE

MILANO - DUOMO

SENTINELLA DEL CIELO

MILANO - DUOMO

ANIMALE PREISTORICO

giovedì 5 febbraio 2009

LYRICS

DAVIDE VAN DE SFROOS
SCIUR CAPITAN

Non so perchè ho postato il testo di questa canzone, sicuramente è molto bella ma anche molto triste. Normalmente quanto sento l'album "LAIV" di Davide Van de Sfroos, questo pezzo lo ascolto almeno un paio di volte. Davide Van de Sfroos quando la canta ha una voce triste ma che rende molto bene quello che il testo vuole comunicare.

Sciur capitan
varda scià la mia mann
ho cupaa un’umbria
la nocc de capudann.
L’è sta pussé facil
che stapà una buteglia
ma de un culp de s’ciopp in crapa,
gh’è nissoen che se sveglia.
Sciur capitan
ho cupaa una persona
so mea se l’era grama,
so mea se l’era bona.
M’han daa mila reson
en trovi ne’anca voena.
So che me manca el me fiò,
so che me manca la mia dona.

Sciur capitan
vori di la verità,
ghe n’hoo piee i ball,
e Giovanni el turna a cà.
Sun sempru staa ai to urdini
e t’ho mai tradì,
però questa sira questa guera la m’ha stufii.
Sciur capitan
me paar de vecch fréc,
la guera la finiss mai,
me par de vegnì vecc.
Crepum in divisa,
vemm a cà in una bandiera,
e lassum che la moort
la vaga in giir in canutiera.
Sciur capitan
varda te che ironia,
la giacchetta insanguinada
pudeva vés la mia,
bastava che incuntravi
un bastardo come me
invece che incuntrà
quel poor ciful là là lé.
Sciur capitan
varda i me oc
e questa tera
in tera e in ginoc
Semm che a cüraa el cunfin
e pensum de vess foort
ma el sémm che per crepà
ghe voer mea el pasaport.

Sciur capitan
vori di la verità,
ghe n’hoo piee i ball,
e stasira turni a cà.
Sun sempru staa ai to urdini
e t’ho mai tradì,
però questa sira questa guera la m’ha stufii.
Sciur capitan
questa che l’è la verità,
sun propri stuf
e stasera turni a ca
Se te vorett iscriff
te regali la mia pena,
se voretti sparam
questa che l’è la mia schena.
Sciur capitan
varda scià la mia mann
ho cupaa un’umbria
ne la nocc de capudann.
L’è sta pussé facil
che stapà una buteglia
ma de un culp de s’ciopp in crapa,
gh’è nissoen che se sveglia…

MILANO - LEGGENDE

IL BISCIONE

8a. Nella settima tappa ci eravamo lasciati con la "SCROFA SEMILANUTA" uno dei simboli della bella Milano. Rimaniamo in tema di simboli con quello che è sicuramente il più importante di Milano: IL BISCIONE.


IL BISCIONE, l'insegna Viscontea definita da Dante Alighieri "la vipera che il milanese accampa" ( La Divina Commedia, Purgatorio, Canto VIII ) è uno dei simboli più noti e importanti di Milano. E' stato utilizzato come simbolo, dal Comune, dall' Alfa Romeo, dall' Inter e da Mediaset. Sulle sue origini le ricostruzioni sono discordi e come spesso succede risulta pressoché impossibile separare la realtà dalle leggende che si perdono nella notte dei tempi. Di seguito sono riportate alcune tra le versioni più accreditate sull'origine dello stemma.

OTTONE VISCONTI
Nel 1100, numerosi milanesi parteciparono alla seconda crociata; loro capitano era Ottone Visconti, noto per le sue gesta eroiche. Durante l'assedio di Gerusalemme, Ottone si trovò a combattere contro un gigantesco saraceno, di nome Voluce, che per insegna aveva un serpente in atto di divorare un uomo. Il duello fu durissimo, ma alla fine Ottone uccise il saraceno, gli tolse le armi e decise di adottare lo stemma del vinto, come insegna della sua famiglia.

UBERTO VISCONTI
Era morto da poco Sant'Ambrogio, quando i milanesi si accorsero con terrore che in una profonda caverna, situata là dove poi sorse la chiesa di San Dionigi, si era rifugiato un drago feroce. Non passava giorno che l'animale non divorasse qualche viandante. I Milanesi più valorosi tentarono invano di uccidere il mostro: furono atrocemente uccisi e divorati. Un giorno si fece avanti Uberto Visconti; arrivò alla caverna proprio mentre il drago si accingeva a divorare un bambino. Dopo due giorni di strenua lotta, Uberto uccise l'animale e ne mostrò la testa tagliata ai Milanesi.Il Drago, con il bambino tra le fauci, fu effigiato nell'insegna del suo uccisore e divenne lo stemma dei Visconti.

AZZONE VISCONTI
Azzone, nipote dell'arcivescovo Giovanni Visconti comandava l'esercito milanese impegnato in una guerra contro Firenze. Le truppe milanesi, in attesa di porre sotto assedio la città si erano accampate nella brughiera attorno a Pisa. Azzone, stanco per la lunga guerra, appoggiò il cimiero sul prato, si sdraiò al riparo delle piante e si addormentò. Mentre riposava, una vipera si intrufolò nel suo cimiero. Al risveglio Azzone, si mise il cimiero e la vipera, invece di morderlo come sarebbe stato logico, uscì da una fenditura e sibilando se ne andò tra l'erba. Mentre i suoi uomini che osservarono la scena erano terrorizzati, Azzone, mostrò coraggio e freddezza e per ricordare l'episodio, decise di raffigurare la vipera nello stemma della casata. Secondo gli storici di corte correva l'anno 1323.

Desiderio (ultimo re longobardo)
La leggenda racconta che il re longobardo Desiderio stanco per una battaglia, si addormentò all'ombra di un albero. Mentre riposava una vipera strisciò sul suo corpo e gli si arrotolò intorno al capo come una corona. Al risveglio del re la vipera sciolse le sue spire e se ne andò. Desiderio, non si era accorto di nulla ma fu messo al corrente della vicenda dai suoi uomini che riposavano vicino a lui. Desiderio fu talmente scosso dall'accaduto che decise di inserire il serpente nelle insegne della sua famiglia. L'analogia tra questa leggenda e quella precedente riguardante Azzone Visconti è molto forte, in quell'epoca si cercava di accreditare Desiderio, ultimo re dei Longobardi, come antenato dei Visconti.

martedì 3 febbraio 2009

DOLOMITI

VALLE S. NICOLO'
Rieccomi con un post dedicato alle mie amate Dolomiti. Oggi voglio postare le immagini che ho scattato in una delle valli da me più amate: La Valle S. Nicolò.
La Valle S. Nicolò è una lunga vallata che culmina con il Passo di S. Nicolò (2340m), Per i primi chilometri la valle è percorribile in automobile lungo una strada asfaltata ma piuttosto stretta. Dopo circa 2 km, nei pressi della Malga Crocifisso (1483m) la valle si biforca: sulla destra inizia la Valle dei Monzoni mentre sulla sinistra prosegue la Val de S. Nicolò. La strada carreggiabile prosegue per circa un km, fino alla località Saùch (1714m).
La Val de S. Nicolò, data la sua bellezza paesaggistica, è frequentatissima durante la stagione estiva, dati anche i pendii molto dolci e la possibilità di percorrerne una parte con l'automobile. Questo comporta però naturalmente una gran confusione, non adatta agli amanti della montagna "silenziosa". Ciò non toglie che i rilievi intorno alla vallata possano offrire ottime possibilità escursionistiche ad ogni livello, da quelle più facili (Pas de S. Nicolò, Lagusel) a quelle più impegnative (Col Ombert, Cresta di Costabella), nonchè degli scorci paesaggistici incomparabili. Durante la stagione invernale la Val de S. Nicolò può essere raggiunta solamente a piedi o tramite un servizio di motoslitte che partono da Meida, poichè la strada asfaltata viene occupata dalla pista da sci che scende dal Buffaure. Lo spettacolo anche con la neve è assicurato!












lunedì 2 febbraio 2009

HUMOR

CHI LA FA L'ASPETTI.

HUMOR

BARZELLETTINA

SAGGEZZA

Un tizio aveva tre fidanzate. Bene, questo tizio non sapeva decidere quale delle tre sposare.
Cosi' decise di affidare a ciascuna di esse 10 milioni e vedere come ciascuna avrebbe speso i soldi.

La prima impiego' i soldi per migliorare il proprio aspetto: nuovi vestiti, pettinature alla moda, manicure, pedicure.

Alla fine disse al tizio: "Ho speso i soldi per farmi bella perche' ti amo moltissimo".

La seconda lo iscrisse ad un club di golf, gli acquisto' un lettore di CD, un televisore e un mega stereo, poi disse: "Ti ho comprato tutte queste cose perche' ti amo moltissimo".

La terza investi' i soldi nel titolo giusto, raddoppio' il capitale, gli restitui' 10 milioni e reinvesti' a suo nome il resto. Infine disse: "Ho investito il resto del denaro pensando al nostro futuro perche' ti amo moltissimo".

L'uomo penso' a lungo al modo in cui ciascuna aveva utilizzato il denaro.
Alla fine decise: sposo' quella che aveva le tette piu' grosse.