giovedì 5 febbraio 2009

MILANO - LEGGENDE

IL BISCIONE

8a. Nella settima tappa ci eravamo lasciati con la "SCROFA SEMILANUTA" uno dei simboli della bella Milano. Rimaniamo in tema di simboli con quello che è sicuramente il più importante di Milano: IL BISCIONE.


IL BISCIONE, l'insegna Viscontea definita da Dante Alighieri "la vipera che il milanese accampa" ( La Divina Commedia, Purgatorio, Canto VIII ) è uno dei simboli più noti e importanti di Milano. E' stato utilizzato come simbolo, dal Comune, dall' Alfa Romeo, dall' Inter e da Mediaset. Sulle sue origini le ricostruzioni sono discordi e come spesso succede risulta pressoché impossibile separare la realtà dalle leggende che si perdono nella notte dei tempi. Di seguito sono riportate alcune tra le versioni più accreditate sull'origine dello stemma.

OTTONE VISCONTI
Nel 1100, numerosi milanesi parteciparono alla seconda crociata; loro capitano era Ottone Visconti, noto per le sue gesta eroiche. Durante l'assedio di Gerusalemme, Ottone si trovò a combattere contro un gigantesco saraceno, di nome Voluce, che per insegna aveva un serpente in atto di divorare un uomo. Il duello fu durissimo, ma alla fine Ottone uccise il saraceno, gli tolse le armi e decise di adottare lo stemma del vinto, come insegna della sua famiglia.

UBERTO VISCONTI
Era morto da poco Sant'Ambrogio, quando i milanesi si accorsero con terrore che in una profonda caverna, situata là dove poi sorse la chiesa di San Dionigi, si era rifugiato un drago feroce. Non passava giorno che l'animale non divorasse qualche viandante. I Milanesi più valorosi tentarono invano di uccidere il mostro: furono atrocemente uccisi e divorati. Un giorno si fece avanti Uberto Visconti; arrivò alla caverna proprio mentre il drago si accingeva a divorare un bambino. Dopo due giorni di strenua lotta, Uberto uccise l'animale e ne mostrò la testa tagliata ai Milanesi.Il Drago, con il bambino tra le fauci, fu effigiato nell'insegna del suo uccisore e divenne lo stemma dei Visconti.

AZZONE VISCONTI
Azzone, nipote dell'arcivescovo Giovanni Visconti comandava l'esercito milanese impegnato in una guerra contro Firenze. Le truppe milanesi, in attesa di porre sotto assedio la città si erano accampate nella brughiera attorno a Pisa. Azzone, stanco per la lunga guerra, appoggiò il cimiero sul prato, si sdraiò al riparo delle piante e si addormentò. Mentre riposava, una vipera si intrufolò nel suo cimiero. Al risveglio Azzone, si mise il cimiero e la vipera, invece di morderlo come sarebbe stato logico, uscì da una fenditura e sibilando se ne andò tra l'erba. Mentre i suoi uomini che osservarono la scena erano terrorizzati, Azzone, mostrò coraggio e freddezza e per ricordare l'episodio, decise di raffigurare la vipera nello stemma della casata. Secondo gli storici di corte correva l'anno 1323.

Desiderio (ultimo re longobardo)
La leggenda racconta che il re longobardo Desiderio stanco per una battaglia, si addormentò all'ombra di un albero. Mentre riposava una vipera strisciò sul suo corpo e gli si arrotolò intorno al capo come una corona. Al risveglio del re la vipera sciolse le sue spire e se ne andò. Desiderio, non si era accorto di nulla ma fu messo al corrente della vicenda dai suoi uomini che riposavano vicino a lui. Desiderio fu talmente scosso dall'accaduto che decise di inserire il serpente nelle insegne della sua famiglia. L'analogia tra questa leggenda e quella precedente riguardante Azzone Visconti è molto forte, in quell'epoca si cercava di accreditare Desiderio, ultimo re dei Longobardi, come antenato dei Visconti.

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