venerdì 4 giugno 2021

VIGEVANO

 

Maggio 2019 altro ritorno in Giallo  altro giro. 

Non è un indovinello e chi vive in Italia lo sa molto bene. Finalmente dopo molte settimane i nostri gentili governanti hanno ricolorato la Lombardia del colore Giallo e giallo è il colore della libertà, libertà di uscire dal proprio comune e dalla propria regione.

Come è successo per Cremona, anche questa volta abbiamo deciso di fare una gita fuori porta in una cittadina a pochi chilometri dalla mia Monza il cui nome è VIGEVANO e come capita nella vita sentimentale, la gita a Vigevano è stata un colpo di fulmine, un amore a prima vista.

Un’aria famosa diceva:   “Dein ist mein ganzes Herz” “Tu che m’hai preso il cuor” e così è stato per Vigevano. 

Come scritto in precedenza, Vigevano è a poco più di 50 chilometri da Monza. Dopo aver percorso le tangenziali di Milano il tragitto verso la cittadina diventa più piacevole. Si percorre un  lungo tratto costeggiando il Naviglio Grande fino a raggiungere la città di Abbiategrasso. Da qui dopo pochi chilometri, dopo aver percorso il ponte sul Fiume Ticino, eccoci arrivati a Vigevano. 
Siamo nel cuore della Lomellina nella città che fu soprannominata “città ideale” da Leonardo da Vinci. Qui hanno lavorato e lasciato le loro testimonianze i più grandi, da Leonardo da Vinci al Bramante.

Un po’ di Storia
Vigevano è un importante centro industriale della Lombardia. La sua storia si intreccia con la sua nomea: la cittadina infatti è stata, ed è tuttora, uno dei principali centri di produzione di scarpe. E’ proprio qui che sorse, nel 1866, il primo calzaturificio a modello industriale, primo di una lunga serie che avrebbe reso il capoluogo lomellino la “capitale della scarpa”.
Fonte: turismo.it
L'origine della città è longobarda e l'attuale cortile del Castello ne testimonia il ruolo di fortificazione. In seguito, si sviluppa il borgo esterno, le cui case ed edifici sorgono sul luogo oggi occupato dalla famosa Piazza Ducale. Dal 1198 si trasforma in libero Comune mentre nel 1277 iniziano gli intrecci della storia locale con quelli delle potenti famiglie milanesi dei Visconti prima e degli Sforza poi. E proprio grazie all'opera di Luchino Visconti e di Ludovico Sforza detto il Moro, tra XIV e XV secolo, il borgo di Vigevano inizia la sua trasformazione in residenza estiva, in pittoresco soggiorno destinato agli ozi della corte ducale. Nel Castello adibito a dimora di prestigio ci misero la mano artisti come Bramante. Il borgo ottiene il titolo di città con una propria sede vescovile nel 1530.

Troviamo un parcheggio libero a pochi minuti dal centro storico e ci dirigiamo verso la piazza. 



Eccoci arrivati in una delle piazze più belle d'Italia, LA PIAZZA DUCALE.


Cuore della città e punto iniziale di ogni visita a Vigevano è la bellissima (per alcuni, la più bella piazza d’Italia!) Piazza Ducale. Voluta dal signore di Milano Ludovico il Moro come anticamera d’ingresso all’imponente Castello visconteo-sforzesco, venne costruita tra il 1492 e il 1494 con il progetto del Bramante: si dice che ai lavori fosse presente anche Leonardo da Vinci e che ne trasse ispirazione per alcuni disegni dei suoi celebri codici.


Si presenta come un rettangolo allungato di 134 metri per 48, edificato su tre lati mentre il quarto è occupato dalla Cattedrale. Nei tre lati di questo splendido salotto ci sono i bellissimi portici con le loro arcate e colonne. 





Passeggiando per la piazza guardate i capitelli sopra le 84 colonne e troverete ritratti personaggi dell’epoca romana e rinascimentale

Sul lato nord della piazza, illuminata dal sole del pomeriggio e un po’ sbiadita, fa capolino Beatrice d’Este (1475-1497), la giovanissima moglie di Ludovico il Moro, che qui a Vigevano si dilettava ad organizzare feste e cerimonie per tutta la corte.

Beatrice D'Este
Sul lato opposto, una teoria di Imperatori e personaggi della storia romana ci ricorda che, nel Rinascimento, si guardava con ammirazione all’antichità classica: l’epoca romana era un modello da imitare e gli Sforza si propongono come gli ideali restauratori di quell’età d’oro. (GIULIO CESARE)

Giulio Cesare
Tra i proverbi ed i motti rinascimentali che si alternano ai ritratti lungo tutto il perimetro di Piazza Ducale, uno in particolare sembra proprio non essere ancora passato di moda: nel tondo è raffigurato un povero somaro, legato ad una pianta, intento a mangiare dei rami secchi, anziché il fieno. L’iscrizione recita “NISISIDA ROMPE LEGE”: la necessità rompe la legge.  Proverbio rinascimentale

Il Proverbio




Il quarto lato, come scritto in precedenza, è occupato dalla facciata concava della Cattedrale. 


Mentre state sempre passeggiando per la piazza, oltre alla Torre del Bramante, vedrete una fila di comignoli di mattoni sui tetti delle case. Se li osservate attentamente noterete che son tutti diversi! Questa mancanza di omogeneità non è casuale ma voluta, in quanto i comignoli riproducono le torri dei castelli che facevano parte del feudo di Vigevano al tempi degli Sforza. 


Per finire, in fondo alla piazza c’è una statua fatta collocare nella prima metà del settecento dagli austriaci. Si tratta della statua di San Giovanni Nepomuceno che troviamo anche a Milano all’interno del Castello Sforzesco ma anche a Praga sul ponte Carlo. 

Giovanni Nepomuceno, ovvero di Nepomuk (Nepomuk, è stato un presbitero boemo, canonico nella cattedrale di Praga e predicatore alla corte di re Venceslao, il quale lo fece uccidere per annegamento. Proclamato santo da papa Benedetto XIII nel 1729, è patrono della Boemia, dei confessori e di tutte le persone in pericolo di annegamento.


Praga Ponte Carlo
Milano Castello Sforzesco


Termino con le foto del Santo la prima parte delle foto scattate nel mio tour a Vigevano. Nella prossima puntata vi farò conoscere la Cattedrale e la Torre del Bramante quindi se non volete perderle ritornate a visitarmi. 
Grazie per la vostra visita e mi raccomando ....

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