martedì 4 maggio 2021

TRENTINO ALTO ADIGE

 


Poco distante da Selva di Val Gardena, nella sottostante Valle Isarco, è ubicata la storica città vescovile di Bressanone

Bressanone è il capoluogo storico, artistico, culturale, economico, sociale ed amministrativo del comprensorio della Valle Isarco. Secondo la tradizione Bressanone venne fondata nel 901, tre secoli prima della costituzione della Contea del Tirolo.

Nelle giornate di relax, ci piace ogni tanto prendere l'auto e percorrere la breve distanza che ci separa da Bressanone per girovagare per le sue vie, nei vicoli e nelle piazze del centro storico. Inoltre poco distante c'è l'Abbazia di Novacella della quale ho dedicato due post nel mese di marzo. Vedi i link sotto:  

Abbazia Prima Parte  QUI Abbazia Seconda Parte  QUI

Per far visita a Bressanone, normalmente parcheggiamo l'auto presso il Parking Brixen e da li a piedi, passando per Porta Croce, verso il centro storico .

PORTA CROCE




Eccoci arrivati in Piazza del Duomo. La piazza  rivela un certo fascino, grazie anche alla presenza imponente del Duomo, con la sua facciata davvero unica, per via delle due torri campanarie gemelle.
Il Duomo di Bressanone fu costruito intorno al 980 inizialmente in stile ottoniano e venne dedicato a Santa Maria Assunta e a San Cassiano. Dopo due incendi la chiesa fu ricostruita nel XII secolo, questa volta nello stile del secondo romanticismo. Oltre alle tre navate con la cripta e le absidi furono costruite anche le due torri della facciata.
Il Duomo venne ampliato nuovamente in epoca gotica: altre cappelle, un coro sopraelevato con finestre ad arco acuto e una volta a costoloni. Inoltre, intorno al 1630, la torre a nord acquisì la sua forma del primo barocco.
Nel XVIII secolo, più precisamente tra il 1745 e il 1754, la chiesa fu ricostruita in stile barocco. In questo periodo il Duomo di Bressanone venne arricchito con affreschi e dipinti del famoso pittore Paul Troger da Monguelfo, di un nuovo altare maggiore di Theodor Benedetti, e fu decorato con diversi tipi di marmo. Anche il portico in stile classico risale a quest'epoca.


All’interno si fanno apprezzare gli affreschi di Paul Troger e i candelabri in vetro di Murano



Dopo la breve visita al Duomo facciamo quattro passi nel centro storico dove normalmente ci scappa un buon cono di gelato.
Ecco qualche scatto.





Non molto distante dalla piazza del Duomo c'è un Hotel con una simpaticissima curiosità:

La curiosità riguarda l'Hotel Elephant e l'affresco su una sua facciata.
Dovete sapere che fin dal lontano 1551 quando (allora era una stazione di posta per i cavalli) l'oste brissinese Andrea Posch ospitò un elefante nelle stalle della sua locanda. Si avete letto
bene, un
ELEFANTE. L'arrivo del pachiderma (un dono del re del Portogallo Giovanni III al nipote l'ardciduca Massimiliano d'Austria) è documentato nei libri di storia: era partito da una colonia dell'India (oggi Sri Lanka) e affrontò un viaggio avventuroso dapprima via mare fino a Lisbona e poi a Genova e poi su su fino alle Alpi (era diretto a Vienna). Ovunque passava era accolto dagli applausi della popolazione. A Trento (dove in quegli anni era in corso il Concilio Tridentino) fu omaggiato anche da vescovi e cardinali. A Bressanone l'elefante con il suo seguito rimase per 14 giorni fino al 2 gennaio 1552, giorno della partenza verso Nord. Fece tappa a Innsbruck e ad Hall. Arrivò a Vienna (su barca attraverso i fiumi Inn e Danubio) nel maggio 1552 e morì a Kaiserebersdorf nel dicembre 1553. Il suo ricordo è rimasto vivo nei secoli (le ossa del piede vennero usate per creare una meravigliosa sedia, oggi esposta al monastero benedettino di Krems, mentre i resti della mummia sono esposti al Museo nazionale bavarese). Il mitico Soliman, questo il nome dell'elefante, è appunto immortalato in uno splendido affresco della facciata dell'Hotel Elephant realizzato dal pittore brissinese Lenhard Mair.
Ecco due scatti dell'affresco.


Eccomi al termine anche di questo post dedicato alla mia vacanza 2020. Purtroppo ho praticamente terminato le foto a disposizione quindi non mi rimane che aspettare la prossima estate per altre camminate e per altre visite. 
Per concludere ecco un divertente scatto che certifica che anche ai passerotti piace la parigina del cono gelato. 


Grazie per la visita e mi raccomando ........


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