Quarta puntata dedicata al nostro Sistema Solare. (per le puntate precedenti vedi i link sotto!!)
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La puntata di oggi la potremmo anche intitolare "Giove e le sue amanti"
Giove, come sicuramente saprete, è il più grande tra gli 8 pianeti del Sistema Solare. Giove ha svariati satelliti: allo stato attuale se ne conoscono 79. Ma i più importanti e famosi sono quelli detti Medicei o Galileani, che furono scoperti da Galileo Galilei e Simon Marius nel 1610. Giove (o Zeus, se preferite il nome greco) era il capo degli dei greci risiedenti sull'Olimpo, ed aveva la fama da Don Giovanni tanto che Marius diede a questi satelliti i nomi di quattro amanti di Giove.
Ma iniziamo con ordine:
IO
Le immagini utilizzate per creare questo composito di colori potenziato di Io sono state acquisite dalla sonda Galileo della NASA durante la sua settima orbita (G7) di Giove.
Le immagini sono state scattate il 4 aprile 1997 a una distanza di 600.000 chilometri.
NELLA MITOLOGIA GRECA
Zeus, a causa di un incantesimo gettato da LUNGE, figlia di Pan e di Eco, si innamorò di IO ma poiché temeva la gelosia di Era quando la andava a trovare la nascondeva in una nuvola dorata.
Era lo accusò di infedeltà e trasformò Iunge in torcicollo per punirla. Zeus negò: "Non ho mai toccato Io" e per evitare di essere scoperto trasformò la giovane in una giovenca bianca, ma Era ne reclamò la proprietà e la affidò ad Argo Panoptes, ordinandogli: "Lega segretamente questa vacca a un albero di olivo presso Nemea".
Ermes, incaricato da Zeus di recuperare Io, prima addormentò Argo poi lo uccise colpendolo con una pietra ed infine tagliandogli la testa. Così liberò la giovenca.
In seguito Era mandò un tafano a pungere Io, che cominciò a correre per tutto il mondo conosciuto per sfuggire all'insetto.
Arrivata al braccio di mare tra Europa e Asia attraversò a nuoto lo stretto che prese il nome di Bosforo ("passaggio della giovenca") ed infine giunse in Egitto, dove partorì Epafo, riacquistando le fattezze umane.
NAVICELLA SPAZIALE
Galileo Orbiter
CREDITO
NASA / JPL / Università dell'Arizona
La foto, scattata nel maggio 2001, è l'unica immagine globale a colori completa di Callisto ottenuta dalla sonda Galileo, che orbita attorno a Giove dal dicembre 1995. Delle quattro lune più grandi di Giove, Callisto orbita più lontano dal pianeta gigante.
NELLA MITOLOGIA GRECA
Callisto era figlia di Licaone, ninfa dei boschi e fedele compagna di Artemide. Il suo nome significava “bellissima” ed essendo devota ad Artemide era consacrata alla totale castità, Zeus s'invaghì di lei e, acquisite le sembianze della sua patrona, sedusse la ninfa. Per questo, fu scacciata dal seguito di Artemide per non aver rispettato il voto di castità e, durante il suo errare per i boschi, diede alla luce Arcade. Intanto Era, scoperto il nuovo tradimento, trasformò la Ninfa in orsa, lasciandole mente di umana.
Arcade crebbe e divenne abile cacciatore; un giorno si trovò di fronte una splendida orsa che subito volle uccidere. Intervenne Zeus che trasformò la Ninfa nella costellazione dell'Orsa Maggiore e il figlio in quella di Boote (o Arturo).
NAVICELLA SPAZIALE
Galileo Orbiter
CREDITOTETIDE
NASA / JPL / DLR
Vista a colori naturali di Ganimede dalla sonda Galileo durante il suo primo incontro con il satellite. Le aree scure sono le regioni più vecchie, più fortemente craterizzate e le aree chiare sono le regioni più giovani, tettonicamente deformate. I punti luminosi sono i crateri da impatto geologicamente recenti e il loro materiale espulso. Le immagini che si combinano per questa immagine a colori sono state scattate nel 26 giugno 1996.
NELLA MITOLOGIA GRECA
era il figlio minore di TROS, re di Troia. Era detto «il più bello di tutti i mortali». Innamoratosi di lui, Zeus lo fece rapire da un'aquila e portare nell'Olimpo, dove Ganimede, fatto immortale e giovane in eterno, restò accanto a lui come coppiere. Secondo altre versioni del mito, fu Zeus stesso a trasformarsi in un'aquila e a rapire Ganimede.
NAVICELLA SPAZIALE
Galileo Orbiter
CREDITO
NASA / JPL
La sconcertante e affascinante superficie della gelida luna di Giove, Europa, realizzata con immagini scattate dalla sonda Galileo della NASA alla fine degli anni '90. Questa è la vista a colori di Europa da Galileo che mostra la porzione più grande della superficie lunare alla massima risoluzione.
NELLA MITOLOGIA GRECA
Zeus si innamorò di lei, osservandola su una spiaggia insieme a delle ancelle, con le quali raccoglieva dei fiori e per averla ordinò ad Ermes di guidare i buoi del padre di Europa verso quella spiaggia. Poi assunse le sembianze di un toro bianco e le si avvicinò per distendersi ai suoi piedi.
Europa salì sul dorso del toro, impressionata dalla sua mansuetudine, e questi la rapì e la portò attraverso il mare fino all'isola di Creta.
Zeus rivelò quindi la sua vera identità e tentò di usarle violenza, ma lei resistette. Il dio si trasformò in aquila e riuscì a sopraffarla in un bosco di salici o, secondo altri, sotto un platano sempre verde.
Suo padre Agenore mandò i suoi figli in cerca della sorella ma nessuno si recò a Creta e così non fu mai più ritrovata.
Zeus fece a Europa i doni del Talo, di Laelaps e di un giavellotto che non sbagliava mai il bersaglio. Successivamente ricreò la forma del toro bianco nelle stelle che compongono la Costellazione del Toro.
Europa, sposò poi il re di Creta Asterio e divenne la prima regina dell'isola greca
NAVICELLA SPAZIALE
Galileo Orbiter
CREDITO
NASA / JPL-Caltech / SETI Institute
Per concludere ecco la foto di un altro satellite. Questo satellite è una luna di Saturno e anche il suo nome fa riferimento ad un mito greco.
Il satellite in questione è
TETHYS (TETIDE)
Il mosaico è composto da nove immagini scattate durante il sorvolo ravvicinato di Tetide da parte di Cassini (1.071 chilometri o 665 miglia di diametro) il 24 settembre 2005, durante il quale il veicolo spaziale ha passato circa 1.500 chilometri (930 miglia) sopra la superficie lunare.
NELLA MITOLOGIA GRECA
Tetide (o Teti) Mitica ninfa marina, una delle 50 figlie di Nereo, sposa del mortale Peleo e madre di Achille. Prima di sposarla Peleo dovette vincerla, con l’aiuto di Chirone, in una dura lotta, perché la ninfa era abile a trasformarsi in serpente, in leone e in fuoco. Da madre, Teti vegliò sempre su suo figlio e cercò inutilmente di salvarlo dai pericoli della guerra di Troia, nascondendolo a Sciro travestito da donna tra le figlie di Licomede. Durante la guerra Teti partecipò alle gioie e ai dolori del figlio e riuscì a ottenergli da Efesto nuove armi per vendicare la morte dell’amico Patroclo.
NAVICELLA SPAZIALE
Cassini Orbiter
CREDITO
NASA / JPL / Space Science Institute
OK, spero di aver accontentato sia gli amanti delle osservazioni astronomiche sia quelli di Mitologia Greca. Ritornate a visitarmi per altre bellissime foto e chissà anche per altri miti.
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