martedì 10 marzo 2020

BORGHI ITALIANI




Rieccomi alla rocca di Gradara. Ci eravamo lasciati con la pubblicazione delle foto inerenti i primi ambienti del castello. Se vi siete persi quel post ecco qui di seguito il link:


In questo post ecco le foto e la descrizione di altri quattro ambienti:
  • LA SALA DI SIGISMONDO E ISOTTA
  • LA SALA DELLA PASSIONE
  • LA SALA MALATESTIANA
  • LA SALA DEL LEONE SFORZESCO


Iniziamo con il primo ambiente:

SALA DI SIGISMONDO E ISOTTA

Questa sala, come ci ha spiegato la guida, era di dimensioni più ridotte mentre la dimensione attuale è il frutto dell’unione di altre stanze.
Su una delle pareti sono ancora visibili le tracce del ponte levatoio che permetteva l’accesso al Mastio. Il nome della sala deriva dalla presenza, nella fascia dipinta al di sotto del soffitto, di profili di Sigismondo Pandolfo Malatesta , signore di Rimini, e della sua amata Isotta degli Atti. 
Bellissimo è anche il soffitto elegantemente dipinto in rosso, azzurro e oro con la presenza di una decorazione a finti cassettoni. 





SALA DELLA PASSIONE
Continuando il tour la prossima sala è la Sala della Passione. Questa sala prende il nome dal fregio che corre lungo tutto il perimetro della stanza dove sono state dipinte intorno alla fine del quattrocento  le Storie della Passione di Cristo dal celebre pittore bolognese Amico Aspertini.






SALA MALATESTIANA
Eccoci alla prossima sala del nostro Tour. Si tratta della Sala Malatestiana. La Sala malatestiana presenta un fregio ad archetti tangente al soffitto, dipinto tra il 1921 e il 1923. Su questo fregio oltre ad ammirare i motivi araldici della famiglia Malatesti c’è una scritta o meglio un motto che dice: «tempus loquendi tempus tacendi».
Questa iscrizione è stata voluta da Sigigmondo Pandolfo Malatesti sul sepolcro della moglie Isotta degli Atti.





SALA DEL LEONE SFORZESCO
Con questa sala concludo la pubblicazione delle foto della seconda parte del tour alla rocca. Eccoci nella Sala del Leone Sforzesco.
La Sala prende il nome dalla decorazione delle pareti in cui sono raffigurati il leone rampante e le ali di drago, emblemi degli Sforza da Cotignola, che governarono Pesaro tra il 1445 e il 1512.
Se diamo poi un’occhiata al soffitto, possiamo notare che anche questo è interamente decorato con le onde, i rami di cotogno e l’anello con la punta di diamante. Questi simboli li troveremo anche nelle due sale successive e risalgono alla ristrutturazione quattrocentesca, ovvero al periodo di Giovanni Sforza.




















Come scritto, termino con queste foto la seconda parte del mio tour. Grazie per la visita e mi raccomando ritornate a visitarmi. Ciao





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