Dopo aver visitato Saludecio e i suoi bellissimi murales ci dirigiamo verso un altro piccolo borgo nelle vicinanze. Il borgo in questione si chiama “MONDAINO”
Per chi non avesse visto i post dedicati a Saludecio può sempre rimediare cliccando sui link qui sotto.
La campagna nei dintorni è bellissima e merita qualche scatto . Ecco qualche foto qui di seguito.
Il nome di Mondaino ci racconta già un po’ la sua storia: il tempio eretto dai romani, e dedicato a Diana (dea della caccia e delle selve), che sorgeva da queste parti doveva essere particolarmente importante se, in epoca romana, viene ricordato un Vicus Dianensis, cioè l’insediamento da cui trasse origine il paese.
Al daino, animale simbolo ancora presente nel territorio e alle sue trasformazioni risale il nome del borgo, dal più antico ‘Mans Dainus’ a ‘Monte Daino’, sino all’attuale Mondaino.
L’ avvento del Cristianesimo cambia il nome del luogo in Mons Damarum, il “monte dei daini” che poi diventa Mondaino.
“Per
quattro giorni continovi le Contrade
de lo Borgo, Castello, Contado et Montebello, se disfideranno ne li giochi et governeranno le taverne per lo
conforto de li voti stomaci et de le gole arse.
Ne le vie se
troveranno pancarelle et botteghe
con le cose de tutte le arti e li
mestieri et musici, cantori,
giocolieri, trampolinieri et altri spectaculi daranno alquanta gioia che
est cibo giusto et salutare de l’anima et de lo corpo et parte bona de la vita.”
Purtroppo in questi ultimi due anni il palio è stato sospeso per via del maledetto COVID.
Come scritto sopra, ci è voluto veramente poco tempo per arrivare a Mondaino. Prima di entrare nel centro storico troviamo un parcheggio dove lasciamo l’auto. La giornata è molto bella e essendo un giorno feriale c’è pochissima gente. Ci dirigiamo verso il borgo e come molti borghi medievali anche qui il silenzio la fa da padrone. Eccoci alla porta settentrionale.
Mondaino è un intreccio di viottoli che conducono alla grande piazza semicircolare: PIAZZA MAGGIORE.
Piazza Maggiore prende il suo aspetto attuale di forma circolare nel 1818 o nel 1820, contestualmente ala costruzione del loggiato a crescente, adiacente alla rocca.
L'opera va probabilmente attribuita al giovane Ruffillo Righini, architetto di Forlimpopoli e Accademico Clementino, che già aveva realizzato un porticato con archi
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