mercoledì 14 luglio 2021

SVIZZERA - GRIGIONI

 


Sono trascorsi un po’ di anni dalla mia ultima visita al Ghiacciaio del Morteratsch ma il ricordo di quella camminata e dei panorami è ancora vivido nella mia mente. Il Morteratsch è il terzo ghiacciaio più lungo delle Alpi orientali e nasce dall'unione del Vadret Pers, proveniente dal Piz Palù e da quello situato tra Il Piz Bernina e il Piz Zupò.

Per raggiungere il Ghiacciaio il modo più comodo e suggestivo è quello di prendere il TRENINO ROSSO DEL BERNINA.
Il Trenino Rosso del Bernina, nel mio caso, l’ho preso a Tirano, un borgo della Provincia di Sondrio, che è poi l’unica stazione italiana della ferrovia Retica

Questo trenino con un percorso di circa 60 km attraversa tutte le fasce vegetazionali delle Alpi. Partendo dai 429 metri di Tirano si arriva ai 2253 metri del passo del Bernina (fermata Ospizio Bernina) per scendere in modo più graduale e dolce ai circa 1800 metri di St. Moritz.
Da Tirano alla fermata del Morteratsch ci vogliono circa due ore ma vi assicuro che saranno due ore con panorami mozzafiato.

Lasciata la stazione di Tirano e dopo essere passato a fianco del santuario della Madonna di Tirano, il trenino rosso si addentra nella Valle di Poschiavo in territorio svizzero. E' questo il tratto più ripido che permette al trenino di superare il dislivello di oltre 1800 metri per arrivare al passo del Bernina.

Una volta entrati in territorio Svizzero e dopo qualche chilometro ecco che il trenino costeggia il Lago di Poschiavo a quasi 1000 metri sul livello del mare.




Lasciato il lago il trenino inizia ad inerpicarsi sulla pendice della montagna. Arrivati a circa 1700 metri di quota eccoci alla stazione di Cavaglia da dove parte un interessante sentiero che vi porta al parco delle Marmitte dei Giganti

Il trenino prosegue e dopo altri 400 metri di salita eccoci all’ALP GRUM a circa 2091 metri. Da qui si può ammirare il lago Palù e l’omonimo ghiacciaio (tempo permettendo). 


LAGO PALU'

Proseguiamo il nostro viaggio verso la fermata del Morteratsch. Lasciata la fermata di Alp Grum si arriva al Passo del Bernina dove il trenino costeggia il lago artificiale chiamato LAGO BIANCO. Il colore delle acque di questo lago è meraviglioso. 




Da qui in poi il tragitto del trenino è in discesa e percorrendo pascoli di montagna si arriva alla fermata di Morteratsch



Proprio di fronte alla stazione parte il sentiero che in circa un’ora vi porterà alla VADRET DA MORTERATSCH in parole semplici alla lingua frontale del Ghiacciao del Morteratsch.
Si tratta di un sentiero di livello T (turistico-facile) che potrete percorrere anche con bambini e passeggini annessi. 
Purtroppo la giornata non era delle migliori e qualche nuvolone nascondeva le cime ma perlomeno non pioveva. 






Giunti in fondo al sentiero dovrete oltrepassare il fiume passando sopra ad un ponte in legno e potete continuare fino alla piccola lingua di sassi a ridosso del fiume. Non è consentito andare oltre o avvicinarsi alla piccola parete di ghiaccio che potete scorgere a destra, in quanto la parete è piena di sassi che potrebbero cadere da un momento all’altro.









Come scritto anche nel titolo di questo post, al nome di questo ghiacciaio sono legate due leggende con protagonista una Fata e una copia di Amanti.

La prima leggenda parla di una Fata. 
Sui monti tra Chapütschöl e Munt Pers viveva una fata di rara bellezza, che di tanto in tanto si rinfrescava alle acque del Lej da la Diavolezza. Un giorno alcuni cacciatori, avvistata la bellissima fata, seguirono lei e i suoi camosci per scoprire da dove proveniva. Sfruttando l’arte di tanti inseguimenti, riuscirono a ripercorrere i suoi passi (e quelli del branco di camosci), fino al suo castello. Un castello edificato tra le rocce più impervie, nella zona del Munt Pers. Quando la fata sparì nel castello, anche questo si dissolse, per incanto, e davanti agli occhi degli incauti restò solo un labirinto di rocce e crepacci, nel quale si persero, senza più ritrovare la strada di casa. Fra questi cacciatori vi era anche un tale Aratsch. Si narra che da allora, nelle sere più tristi, un lamento percorre quel versante: "Mort ais Aratsch" (Aratsch é morto). Molti lo udirono, ed qualcuno venne in mente che l'alpe
a valle del Bernina dovesse prendere il nome da quel lamento. Per questo essa si chiama Alp Morteratsch. 
La seconda leggenda 
narra di  storia d’amore degna di Romeo e Giulietta. Un tempo, dove ora si trovano solo rocce e ghiaccio, si trovavano diversi pascoli e baite dove la vita scorreva felice e nuovi amori nascevano dal nulla, proprio come quello di Teresa e Eratsch. Teresa era una giovane fanciulla talmente bella da essere chiamata la rosa della montagna e aveva fatto innamorare il giovane Eratsch. Purtroppo però il loro amore era ostacolato dalle famiglie che segregarono in casa la bella ragazza e fecero partire Eratsch per combattere in una terra lontana. Teresa, convinta che non avrebbe mai più rivisto il suo amato, cadde in depressione e morì per il dolore. Ma Eratsch ritornò, convinto di poter riabbracciare la sua amata. Venuto a conoscenza della morte di Teresa, sconvolto dal dolore scappò sulle montagne fino a raggiungere Isla Persa e si gettò in un profondo crepaccio. L’anima di Teresa continuò a vagare nella valle in cerca del suo amato e gridando la sua morte. I lamenti della giovane ragazza raggiunsero solamente un vecchio pastore che viveva nella valle, il quale ogni notte pieno di compassione si recava ai piedi della montagna per ascoltare il lamento della ragazza. Come ringraziamento si pensa che Teresa fece rinvigorire i pascoli e fece produrre più latte alle mucche. Purtroppo il pastore, invecchiando, non riuscì più a raggiungere le pendici della montagna e chiese aiuto ad un giovane, raccomandandogli però di non seguire o infastidire la giovane ragazza. Il giovane non mantenne la promessa e un bel giorno decise di seguire Teresa la quale, infastidita, scomparve e gettò una maledizione su tutta la valle. Tutto ciò che un tempo era ricoperto da pascoli verdeggianti scomparve e venne ricoperto dal ghiacciaio che avanzò fino al punto da cui si gettò il giovane Eratsch. Ancora oggi infatti è possibile osservare Isla Persa, l’unico sperone di roccia isolato all’interno del Ghiacciaio del Morteratsch e si dice che durante le notti tempestose sia 
ancora possibile scorgere lo spirito di Teresa vagare intorno alla tomba del suo amato.

Sulla strada del ritorno e dopo aver ripreso il Trenino, una volta giunti a Tirano non dimenticatevi, se avete un po’ di tempo, di visitare il
Santuario della Madonna di Tirano
Il Santuario della Madonna di Tirano, a tre navate a croce latina, è sicuramente il massimo esempio del Rinascimento in Valtellina. L’esterno, abbastanza semplice ed austero, contrasta con l’interno, in stile barocco, ricco fino all’esuberanza di stucchi e sculture tra cui spicca il colossale organo ligneo seicentesco.


Ok eccoci alla fine. Spero che il post vi sia piaciuto e vi invito a ritornare per non perdere i prossimi post.

Grazie per la visita e a presto.


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