domenica 23 febbraio 2020

ISLANDA - LA TERRA DEL GHIACCIO E DEL FUOCO


Hotel  ICELANDAIR
E’ l’alba del settimo giorno e la sveglia suona molto presto. Nell’ultimo post vi avevo lasciati all’Hotel ICELANDAIR di Reykjahlid. Tirati insieme i bagagli scendiamo al ristorante per la colazione che consumiamo molto velocemente. Recuperiamo le valigie e ci dirigiamo al parcheggio dalla nostra fidata Suzuki Jimny. Il meteo è abbastanza buono e promette bene per l’intera giornata.
La prima tappa è al Cratere di Hverfjall


Per raggiungere il cratere bisogna prendere la strada 848 e dopo circa 5 km dal nostro hotel (sulla sinistra) c’è una deviazione per una piccola strada sterrata che in poco più di un chilometro ci porta al parcheggio ai piedi del vulcano. Durante il breve tragitto oltre al lago si può vedere in lontananza la sagoma del vulcano Vindbelgjarfjal (Foto sotto)




Il vulcano Hverfjall, noto anche come Hverfell è un cratere che si è formato a causa di una violenta eruzione, poco meno di 3.000 anni fa; ha un diametro di circa 1 km e mezzo ed un’altezza di 200 metri e durante i mesi più freddi il suo interno accoglie un piccolo laghetto che si forma a causa delle piogge.
Qualche notizia sul cratere:


NOTIZIE GEOLOCICHE
Il bordo del cratere di Hverfjall raggiunge gli 80 fino a 180 metri sopra l'area circostante. Appartiene a una fila di crateri che include alcuni dei più bei e ben formati crateri di tephra (materiali vulcanici clastici, come polvere, cenere o pomice, espulsi durante un'eruzione e trasportati nell'aria prima della deposizione) in Islanda. si ritiene che il cratere sia tra i più grandi del suo genere sul pianeta e il diametro sul bordo sia superiore a 1000 metri. Hverfjall si trova all'estremità meridionale di una spaccatura di eruzione lunga 1800 metri e si è formata durante una grande eruzione freatica circa 2500 anni fa. Il magma entrò in contatto con l'acqua causando grandi esplosioni di vapore. Le esplosioni hanno fatto a pezzi il magma, formando la tephra e la scoria di cui è fatto il cratere. I materiali piroclastici furono espulsi dal cratere in due modi. Innanzitutto il cratere formò grandi nuvole di cenere che piovvero su una vasta area. In secondo luogo, la tephra ha causato flussi piroclastici sulle pendici del cratere che hanno raggiunto fino a 3 chilometri dal cratere. Tracce dei flussi, sotto forma di strati di tufo a strati, possono essere viste principalmente a nord di Hverfjall, ad esempio ai bagni naturali (le terme).
Lasciamo l’auto e dopo essere entrato in modalità vulcanologo, (vedi foto)
incominciamo a salire il ripido sentiero che ci porterà sulla cima del cratere. Si sale in diagonale e in pochi minuti si arriva sulla sommità del vulcano. Il cratere è veramente grande e il posto è veramente irreale. Arrivati in cima lo spettacolo sul lago Myvatn e sulla zona circostante è bellissimo.







Dalla cima ci si trova anche a guardare all’interno del cratere. si tratta di un enorme buco grigio ed è veramente difficile immaginare quali siano state le forze che hanno potuto originare una simile cosa.











Avremmo voluto continuare la visita all'interno del cratere ma alla fine rinunciamo e iniziamo a scendere verso il parcheggio. 





Risaliamo in auto e puntiamo verso la prossima destinazione che è vicinissima al cratere tanto che si potrebbe raggiungere anche a piedi (sono circa 4 chilometri). Il campo di lava di Dimmuborgir è raggiungibile da una diramazione della 848 sulla sponda est del lago Mývatn.

Dimmuborgir, il cui nome significa Fortezza Oscura, è un labirinto di formazioni laviche posto sulla sponda orientale del lago Mývatn, situato nell'Islanda settentrionale. Eccoci arrivati al parcheggio. 

Formazioni laviche
Il campo di lava con la sua miriade di formazioni ha un diametro di 1 km ed ebbe origine circa 2300 anni fa, quando una fessura di 12 km, che in seguito venne chiamata Ludentsborgir, si aprì dando inizio ad una vasta eruzione. Il flusso di lava incontrò una diga naturale presso Dimmuborgir e si formò un lago di roccia liquida, del diametro di 2 km. Il lago venne svuotato quando il flusso raggiunse le acque del Mývatn, e si lasciò alle spalle alti pilastri e colonne di lava, che vennero modellate nelle forme più strane e straordinarie. Si crede che queste formazioni ebbero origine nel lago di lava, dove il vapore riuscì ad infiltrarsi attraverso la lava fusa, raffreddandola istantaneamente. Le linee orizzontali delle geometrie furono formate dalla crosta di lava semi-congelata della pozza che gradualmente collassò. La crosta che collassava, ricoprì anche i pilastri di scorie, che possono essere osservate in molti punti, sotto forma di un sottile strato con incisioni verticali.
Su questo luogo ci sono anche delle leggende locali: Nella mitologia islandese, Dimmuborgir è ritenuto un luogo di connessione tra il mondo degli uomini e quello degli inferi, un luogo abitato da elfi e troll, che mette in correlazione la nostra dimensione con quelle invisibili alle persone.
All’ingresso dell’area vulcanica

ci attirano l’attenzione due cartelli informativi: il primo spiega in modo molto semplice e molto intuitivo, come si è formata quest’area mentre il secondo ci informa dei vari itinerari che sono possibile fare per la visita del sito. 











Decidiamo di fare l’itinerario
ROSSO che secondo le informazioni dei vari cartelli indicatori dovrebbe essere il più lungo e anche il più impegnativo. Come persone amanti della montagna non ci ha certamente spaventato l’indicazione anzi ci ha ancora di più convinti che quello era il nostro itinerario. Alla fine, comunque, non è risultato assolutamente faticoso e tanto meno difficoltoso. 













 














Per percorrere l’itinerario tra soste e foto varie ci abbiamo impiegato circa un’ora. Prima di proseguire per la prossima tappa scattiamo un paio di foto dall’alto quindi ritorniamo al parcheggio.





Eccoci al parcheggio è arrivata l'ora di ripartire. Risaliamo in auto per la nostra prossima destinazione: LA CASCATA GODAFOSS ma questa è un'altra storia!!!
Vi do appuntamento per il prossimo post dedicato a questa straordinaria terra. Ciaooooo...


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