KLIF HOSTEL |
La sveglia suona è l’alba del sesto giorno in terra Islandese. Nell’ultimo post ci eravamo lasciati a Djupivogur ospiti per la notte al KLIF HOSTEL. Dopo un’abbondante colazione, carichiamo i nostri bagagli sul JIMNY e ripresa la Ring Road puntiamo verso la nostra prima tappa.
La giornata è variabile ma c’è un forte vento. La strada costeggia il bellissimo Fiordo di Berufjordur.
Dopo circa 22 km arriviamo alla deviazione per una strada sterrata di montagna: la 939.
Questa strada ci permetterà di tagliare un bel tratto di costa e di risparmiare un po’ di tempo. Il percorso sale parecchio fino a lambire una propaggine dell’onnipresente Vatnajökull e i panorami sono bellissimi.
Dopo circa 20 km la strada si ricongiunge alla 95 che percorriamo per altri 40 km fino alla cittadina di Egilsstaðir. La graziosa cittadina di Egilsstaðir sorge su un lago legato, come tanti altri in Islanda, ad una leggenda.
“Si narra che vivesse non lontano un certo Huggy, il quale possedeva molti servi ma ancor più cavalli. Tra queste bestie ve n’era una, la più bella e la più veloce, che era la sua preferita. Nessuno aveva il permesso di cavalcarla. Una notte un servo, Egill, venne avvisato che la figlia era in pericolo. Senza pensarci prese il cavallo del padrone e corse in aiuto della ragazza. Il fatto non rimase nascosto alle orecchie del padrone che fece chiamare il servo e decise di giustiziarlo. Egli allora si recò da uno stregone chiedendo aiuto e quello rispose che egli non avrebbe potuto evitare la morte, ma avrebbe potuto chiedere che il suo spirito non lasciasse la terra. Fu così che Egill subì l’esecuzione, ma si dice che il suo spirito sopravviva ancora, imprigionato nelle profondità del lago di Lagarfljót, in mostro avvistato di quando in quando dal giorno della sua morte.”
Ci fermiamo al market “NETTO” giusto il tempo per acquistare qualche snack (potete notare la grande influenza americana sullo stile Krispy Kreme)
quindi riprendiamo la strada verso Möðrudalur.
Modrudalur è la fattoria più remota dell'Islanda e, a 469 m sul livello del mare, è la più alta. Già nel 1800, diverse fattorie furono stabilite in questa zona a causa della carenza di terra nelle pianure e di una legge che imponeva alle coppie di avere un posto dove vivere e lavorare prima che potessero sposarsi. L'agricoltura qui è stata difficile e si è rivelata una sfida troppo grande per alcuni. A seguito della caduta di cenere dall'eruzione di Askja del 1875, molte fattorie furono abbandonate e i loro abitanti emigrarono in America., il paesaggio cambia da sterile deserto a pascolo verde, dando l'impressione che la fattoria sia un'oasi nel deserto. Mentre ti avvicini, il paesaggio cambia da sterile deserto a pascolo verde, dando l'impressione che la fattoria sia un'oasi nel deserto. Oggi ha una piccola stazione di benzina, una caffetteria e una pensione. La semplice chiesa qui fu costruita dal contadino Jon Stefansson nel 1949, in memoria di sua moglie. Esperto artigiano, Jon realizzò gli arredi e dipinse persino la pala d'altare, che raffigura il Sermone sul Monte.
Eccoci arrivati . Purtroppo il meteo anziché migliorare è peggiorato e anche la temperatura si è abbassata. Prima di pranzare decidiamo di fare quattro passi per vedere più da vicino le Turf House e anche per fare una visita alla chiesetta del paese. Le case col tetto di erba sono veramente originali e poi non solo il tetto ma anche le pareti sono protette da strati e strati di terra e erba.
Ecco la chiesetta costruita dal contadino Jon Stefansson nel 1949
Prima di ripartire per la successiva destinazione mangiamo qualcosa nel l’unico ristorante del posto. Il locale è veramente confortevole e soprattutto ci riscalda un po’ le ossa
Dopo esserci ristorati e soprattutto riscaldati, paghiamo il nostro conto per dei panini e un dolcetto (circa 35 euro) e ritorniamo alla nostra macchina. Riprendiamo il viaggio, la nostra prossima destinazione è la cascata di DETTIFOSS. Siccome mi sono un pò dilungato, termino qui la prima parte e vi do appuntamento nei prossimi giorni per la seconda parte del sesto giorno. Grazie della visita e a presto.
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