venerdì 16 giugno 2023

VENEZIA - IL VIAGGIO

 

Rieccomi con le foto del mini viaggio a Venezia.
Alla fine di maggio avevo pubblicato le prime foto dedicate a Venezia che riguardavano uno dei sestieri più estesi di Venezia ed anche il più popolato, il SESTIERE DI CANNAREGIO.
Se non lo avete visto ecco qui di seguito il link del post.


Oggi vi voglio far conoscere una meta alternativa alle classiche destinazioni veneziane. Rimanendo sempre nel sestiere di Cannaregio
  a pochi minuti a piedi dalla Stazione Ferroviaria, ecco un luogo ricco di storia e di cultura,
IL GHETTO.

UN PO' DI STORIA
Iniziamo con l'origine della parola "ghetto"
La parola ghetto, così diffusa in tutte le lingue, trae origine proprio da qui, dalla parola veneziana “geto”. Anticamente, nel primo medioevo, si trovava infatti in questa parte della città un'antica fonderia (un “geto” in veneziano) che serviva a forgiare le bombarde, i piccoli cannoni delle navi veneziane. 
Dato che la comunità di ebrei più numerosa a Venezia all’inizio del Cinquecento era quella proveniente dall’Europa centrale, ed essi avevano difficoltà a pronunciare la ‘g’ dolce, una piccola questione di fonetica trasformò la parola geto in gheto.
E così rimase.

Nel 1516 sono circa 700 gli ebrei che abitano in città, principalmente nella zona di Rialto. Nella primavera di quell’anno il governo veneziano decide di confinarli in una zona della città ben delimitata, ed allo scopo individua quest’isola del geto. Si organizza quindi il loro trasferimento, e tra tutte le comunità più numerosa era quella degli ashkenaziti, gli ebrei provenienti dall’Europa centrale e orientale.
Dopo qualche anno fu necessario ampliare la superficie per poter ospitare altri ebrei, questa volta levantini, che arrivavano dall’impero ottomano ed erano principalmente mercanti. Si aggiunge quindi l’isola del Ghetto vecchio, nel 1541. La terza e ultima aggiunta è nel 1633, con l’inclusione del Ghetto novissimo. Nel Seicento la comunità ebraica di Venezia contava quasi cinquemila persone, che corrispondevano al 2% circa della popolazione.
Queste cifre creano qualche problema di sovrappopolazione perché la superficie a disposizione è limitatissima. Terreni edificabili non ce ne sono più e per creare altre abitazioni l’unica cosa possibile da fare è crescere in altezza. Ecco perché qui nel Ghetto ci sono tutti questi grattacieli veneziani.

Iniziamo con qualche foto.
Le prime foto le ho scattate nella zona
CAMPO DEL GHETTO NOVO, il centro della comunità ebraica. La popolazione del Ghetto continuava a crescere e  per questo in questa zona si possono vedere case alte fino agli 8 piani, cosa molto inusuale a Venezia.




Una delle caratteristiche di Campo del Ghetto Novo era la presenza dei BANCHI DEI PEGNI. Nel campo ne erano presenti tre: il Banco Rosso, il Banco Verde e il Banco Nero. Probabilmente il loro nome dipende dal colore delle ricevute di pegno delle singole attività.
Oggi è possibile visitare di nuovo uno di questi banchi, il Banco Rosso, che recentemente è stato restaurato e adesso è aperto ai visitatori. Il Banco rosso è uno dei banchi dei pegni che nella Venezia dell’epoca operava tutti i giorni dall’ora terza fino alle ventiquattro, ad esclusione delle feste ebraiche, della Pasqua cristiana e del giorno di San Marco. di crediti e debiti.
Il Banco Rosso si trova sotto il Sotoportego del Ghetto Novo
Ecco qualche foto.
Sotoportego del Ghetto Novo




Nella foto sotto, se guardate attentamente la porta del Banco, noterete sullo stipite di destra un oggetto affusolato; si tratta della MEZUZAH.
La Mezuzah è un oggetto rituale ebraico, consistente in una pergamena (claf) su cui sono stilati i passi della Torah corrispondenti alle prime due parti dello Shemà, preghiera fondamentale della religione ebraica.


Continuando la visita s
u uno dei lati del campo del Ghetto nuovo vi è un monumento costituito da sette formelle in bronzo, opera dell'artista lituano Arbit Blatas che ricorda le vittime della deportazione nazista. Oltre le sette formelle c'è un'ottava scultura intitolata L’ultimo treno” a commemorare il cinquantenario della deportazione degli ebrei veneziani.
Ecco qualche scatto





Termino con queste foto la prima parte dedicata al Ghetto di Venezia. Nella seconda parte pubblicherò le foto dedicate alla Sinagoga Spagnola e ad altre zone del ghetto.
Spero che le foto vi siano piaciute e mi invito a ritornare a trovarmi.
Grazie mille della vostra visita e mi raccomando......

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