IN CIMA AL LAGAZUOI
Quaterpass oggi si trova in cima al Lagazuoi a quasi tremila metri di altitudine. Conosco molto bene questa zona che ritengo una fra le più belle delle dolomiti. Una zona ricca di storia e di fascino con i suoi panorami mozzafiato, ricca di escursioni bellissime e con le gallerie scavate dai poveri ragazzi che hanno combattuto la Grande Guerra. (R.I.P.)
Fonte: wikipedia
Il Lagazuoi (Lagazuoi Berg in tedesco) è una montagna facente parte del Gruppo di Fanis,all'interno delle Dolomiti Orientali di Badia (catena delle Dolomiti orientali), a ovest di Cortina d'Ampezzo e a nord-est di Livinallongo del Col di Lana.
Il Lagazuoi è in realtà formato da due rilievi principali ben distinti, chiamati rispettivamente Piccolo Lagazuoi (in ted.: Kleinen Lagazuoi, 2.778 m s.l.m.) e il retrostante Grande Lagazuoi (in ted.: Großen Lagazuoi, 2.835 m). Il massiccio è delimitato a sud dal passo Falzarego, a ovest dal passo Valparola, a nord dall'Alpe di Fanis e la Val Travenanzes, a est dal complesso di Cima Falzarego-Col dei Bos e dal massiccio delle Tofane, che lo separa dalla Valle d'Ampezzo. Il Lagazuoi, infatti, è l'unica montagna considerata facente parte dell'area ampezzana a non essere visibile dalla conca stessa, coperta com'è dalla più maestosa ed imponente Tofana di Rozes.
Storia
Durante il corso della prima guerra mondiale, tra il 1915 e il 1917, il Lagazuoi fu teatro di aspri scontri tra le truppe italiane e quelle austro-ungariche, che costruirono complesse reti di tunnel e gallerie scavate all'interno del Piccolo Lagazuoi e tentavano a vicenda di far saltare in aria o di seppellire le posizioni avversarie con il metodo della guerra di mina.
Tra il 18 e il 19 ottobre 1915 due plotoni di alpini occuparono alcune posizioni sul versante sud del Piccolo Lagazuoi, tra le quali una sottile cengia ribatezzata Cengia Martini, che attraversa la parete da ovest a est ed era strategicamente importante, mentre le posizioni austro-ungariche si trovavano sulla sommità del monte. Per cacciare gli avversari da queste posizioni, fortificate e scavate nella roccia, gli austriaci fecero esplodere tre mine, la più potente delle quali il 22 maggio 1917 fece saltare in aria una parte della parete alta 199 metri e larga 136. Nonostante ciò, le posizioni italiane sulla cengia non vennero abbandonate. A loro volta gli italiani scavarono una galleria di duecento metri di dislivello all'interno della montagna, fino all'anticima del Piccolo Lagazuoi; il 20 giugno 1917 fecero brillare sotto di essa 32.664 chili di esplosivo e successivamente, attraverso la galleria, occuparono ciò che ne rimaneva. Il cratere provocato da quest'esplosione e tuttora individuabile. Dopo la battaglia di Caporetto gli italiani si ritirarono da tutte le loro posizioni e le operazioni militari nella zona ebbero fine.
Tra il 18 e il 19 ottobre 1915 due plotoni di alpini occuparono alcune posizioni sul versante sud del Piccolo Lagazuoi, tra le quali una sottile cengia ribatezzata Cengia Martini, che attraversa la parete da ovest a est ed era strategicamente importante, mentre le posizioni austro-ungariche si trovavano sulla sommità del monte. Per cacciare gli avversari da queste posizioni, fortificate e scavate nella roccia, gli austriaci fecero esplodere tre mine, la più potente delle quali il 22 maggio 1917 fece saltare in aria una parte della parete alta 199 metri e larga 136. Nonostante ciò, le posizioni italiane sulla cengia non vennero abbandonate. A loro volta gli italiani scavarono una galleria di duecento metri di dislivello all'interno della montagna, fino all'anticima del Piccolo Lagazuoi; il 20 giugno 1917 fecero brillare sotto di essa 32.664 chili di esplosivo e successivamente, attraverso la galleria, occuparono ciò che ne rimaneva. Il cratere provocato da quest'esplosione e tuttora individuabile. Dopo la battaglia di Caporetto gli italiani si ritirarono da tutte le loro posizioni e le operazioni militari nella zona ebbero fine.
Il passo Valparola con il Forte Tre Sassi
Il passo visto dalla cima
La Tofana di Rozes avvolta dalle nuvole
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