mercoledì 13 maggio 2009

MILANO - CHIESE

CHIESA SANT'ANTONIO ABATE
In gir per Milan.
15a tappa. La zona è quella tra l'Università degli studi Statale e il Duomo. Nella omonima via c'è questa bellissima chiesa che merita di essere visitata. Purtroppo le mie visite settimanali sono molto veloci e quindi non danno onore a questi splendidi posti.

Fonte: http://www.indialogo.it
La chiesa, a una sola navata, oggi monumento nazionale, da cui nel XIII sec. ha preso nome la contrada, fu edificata dopo il 1272 dai frati Antoniani di Vienne, a quanto sembra su avanzi di un tempio risalente al IV sec. Dell'antica chiesa è rimasto soltanto il bel campanile in cotto, restaurato dal Beltrami un secolo fa, che si può vedere da via Bergamini. Nel 1576 S. Carlo Borromeo affidò la chiesa ai Teatini, che riattarono i chiostri e dettero incarico a Dionigi Campazzo, uno degli architetti della Cà Granda, di rimettere in sesto la chiesa, opera conclusa nel 1584 (esisteva anche una lapide, riferita dal Latuada, secondo cui un rifacimento, tra 1630 e '32, sarebbe di Francesco Maria Richini; ma le due notizie non sono incompatibili). La facciata è ottocentesca, opera incompiuta di Giuseppe Tazzini (1832), eseguita a spese del famoso chirurgo Paletta dell'Ospedale Maggiore. Come incompiuto è rimasto l'oratorio di S. Maria Incoronata che i Teatini vollero edificare sul fianco destro della chiesa, oggi adibito a uso laico. L'interno della chiesa, ricco di affreschi (soprattutto dei fratelli Carloni, del Moncalvo, del Fiammenghino), di quadri e di sculture, è, come S. Alessandro, una specie di pinacoteca dell'arte del Seicento lombardo. In uno spiazzo che esisteva davanti alla chiesa, si levava fino a metà degli anni Settanta (del Settecento) una colonnina con tabernacolo, un gioiello di scultura gotica attribuito a Jacopino da Tradate di cui, scomparsi i frati e l'ospedale, si incominciò a ventilare la demolizione per esigenze di traffico; prima che ciò accadesse la colonnina fu comprata dai Belgioioso, che la fecero rimontare nel giardino del castello avi­to, da cui emigrò nel 1899 al Castello Sforzesco.
Un avanzo dell'antico chiostro della chiesa si conserva nel cortile della casa al n. 5.





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