lunedì 20 aprile 2009

ATTUALITA'

CHI SEI LI RICORDA ?
Mini-assegni, un'idea degli anni '70

A metà degli anni '70 l'idea nacque da un'esigenza manifestata dalle associazioni dei commercianti, che fecero pressione sulle banche perché, vista la grave carenza di spiccioli, dare il resto era diventato un incubo. In quel periodo si usava di tutto, dalle caramelle alle penne, dai francobolli ai gettoni. I titoli colorati, fragilissimi (bastava metterli nella tasca dei jeans per ritrovarli completamente scoloriti), e soprattutto più piccoli dei tradizionali assegni del libretto, furono subito chiamati mini-assegni. L'Italia di allora era lontana anni luce da quella odierna: il giornale costava 150 lire, il caffè al bar 100 e la benzina 305 lire. Un operaio guadagnava 154.000 lire al mese e l'inflazione superava il 19%. a capo del governo c'era Aldo Moro - sono gli anni del compromesso storico - e alla guida della confindustria Gianni Agnelli. L'esperienza dei mini-assegni durò appena un paio d'anni. Il passaggio della zecca al poligrafico dello Stato consentì di far fronte alla necessità di piccoli tagli. Non pochi furono i problemi collegati alla circolazione dei mini-assegni che accelerarono la loro stessa fine, a partire dal fatto che spesso si era infranto il divieto di emettere assegni circolari al portatore. I mini assegni si rivelarono in molti casi anche un affare per le banche perché una gran massa di titoli non venne mai incassata. Stampati su carta comune e di piccole dimensioni erano particolarmente soggetti allo smarrimento, si deterioravano facilmente e sparivano nelle tasche dei collezionisti. Di dati ufficiali sul 'fenomeno' non ce ne sono, proprio perché nato da una tipica soluzione all'italiana. Le stime approssimative indicano in oltre 30 le banche interessate all'emissione, quelle cioè autorizzate a emettere assegni circolari, anche se molte altre trovarono una scappatoia emettendo assegni tratti da loro clienti a favore di portatore. Il valore complessivo del circolante è valutabile in 200 miliardi di lire per 835 tipi diversi di questi particolari 'pezzi di carta'.
fonte: www.collezioni-f.it







Nessun commento: